Ucraina, Putin: cessate il fuoco dal 15. Ma l’accordo è solo parziale

Ucraina, Putin: cessate il fuoco dal 15. Ma l'accordo è solo parziale
Petro Poroshenko (Foto Lapresse)

MINSK – Dopo sedici ore di colloqui, matite spezzate, sorrisi abbozzati e tensione alle stelle c’è un parziale accordo sull’Ucraina orientale. Vladimir Putin e Petro Poroshenko, al tavolo dei negoziati del palazzo dell’Indipendenza di Minsk (Bielorussia) con Francois Hollande e Angela Merkel, sono giunti ad una tregua: da domenica 15 febbraio scatta il cessate il fuoco ed entro due settimane saranno ritirate tutte le armi pesanti al fronte.

Nella notte, però, secondo quanto ha detto il portavoce delle forze armate ucraine, una colonna di 50 carri armati russi avrebbe attraversato il confine con l’Ucraina.

L’accordo di Minsk è arrivato intorno alle 10 di giovedì mattina, poco dopo la doccia fredda di Kiev, che aveva bollato come “inaccettabili” le condizioni poste da Mosca. Anche i separatisti delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk si erano detti non disposti a firmare l’accordo, ma poi hanno ceduto di fronte all’ultima versione.

Restano due i punti controversi per un’intesa completa: il primo riguarda la demarcazione della linea del fronte, con Kiev che rifiuta di cedere la zona di Debalstevo ritirando alcune migliaia di soldati accerchiati dai ribelli. Il secondo è il futuro status delle regioni separatiste, con un braccio di ferro tra Poroshenko da una parte, Putin e i ribelli dall’altra, sul grado di autonomia da concedere.

Intanto da Washington, ma questa volta non dalla Casa Bianca, la presidente del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, fa sapere che gli aiuti concessi all’Ucraina aumenteranno di 17,5 miliardi, passando così a 40 miliardi di dollari per quattro anni.

 

 

 

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie