KIEV – “Il rifiuto di Kiev di fornire gas alle regioni separatiste dell’Ucraina orientale puzza di genocidio”: il presidente russo, Vladimir Putin, definisce così il comportamento di Petro Poroshenko.
“So che in quella zona vivono circa quattro milioni di persone, potete immaginare che tutta questa gente resterà senza forniture di gas durante la stagione invernale?”
Il leader del Cremlino ha poi dichiarato che nel Donbass “c’è già la fame” e che “l’Osce ha già constatato che c’è una catastrofe umanitaria. Se si tagliano anche le forniture di gas, di cosa si può parlare? Questo puzza un po’ di genocidio”.
Putin ha spiegato poi che se l’Ucraina non pagherà il suo debito la Russia taglierà a sua volta le forniture al Paese e questo “creerà un problema” per il transito del gas verso l’Europa. Anche se questo, ha aggiunto, dovrebbe essere l’ultima evenienza auspicabile.
La cifra “pagata in anticipo dalla parte ucraina basterà per le forniture di gas per 3-4 giorni” e se non arriveranno altri pagamenti “Gazprom sospenderà le forniture”, ha detto Putin, precisando che “è chiaro che questo può rappresentare una minaccia al transito” del metano russo “verso l’Europa”.
Proprio ieri, martedì 24 febbraio, il colosso energetico russo Gazprom aveva accusato l’omologo ucraino Naftogaz di non aver versato per tempo l’anticipo per il gas che dovrebbe essere fornito a marzo, minacciando rischi per il transito verso l’Europa.
Da parte sua l’azienda energetica ucraina ha sempre sostenuto che sia stato Gazprom a violare i contratti, fornendo solo 47 dei 114 milioni di metri cubi di gas destinato alle regioni orientali del Paese, per cui è già stato versato il pagamento.
Un’accusa “molto pesante”, su cui anche l’Unione europea ha deciso di effettuare “un’analisi seria e un attento controllo dei fatti”, anche se “non è facile” dato che “le forniture sono in aree non sotto il diretto controllo del governo” di Kiev.