Ue: Brown annuncia candidatura Miliband contro D’Alema

Pubblicato il 10 Novembre 2009 - 00:26 OLTRE 6 MESI FA

La Gran Bretagna avrebbe rotto gli indugi e annunciato la candidatura di David Miliband a ministro degli Esteri dell’Unione europea, durante la cena dei leader Ue riunitisi a Berlino per festeggiare il ventennale della caduta del muro.

Il premier Gordon Brown avrebbe in un primo momento insistito sul nome di Tony Blair quale prossimo presidente dell’Ue, ma davanti alla resistenza degli altri partiti socialisti europei avrebbe quindi annunciato di portare avanti la candidatura del capo del Foreign Office, come si chiama il Ministero degli esteri britannico.

Miliband ha  spiegato di non essersi mai ritirato ma di considerarsi in “stand- by”. Il premier italiano Silvio Berlusconi, alla cena dei leader dei Ventisette offerta da Angela Merkel, avrebbe sostenuto con forza la candidatura di Massimo D’Alema per il ruolo di ministro degli Esteri europeo, ma poiché la nomina dipende dai socialisti, cioè lo schieramento politico avverso, non può fare più di tanto.

 “E’ un processo non così facile, perché i leader europei non sono tutti d’accordo sullo stesso nome”, hanno indicato fonti della presidenza svedese di turno dell’Ue al termine della cena offerta dalla cancelliera tedesca Angela Merkel.

 Ma dalla cena berlinese è emerso che regna ancora la confusione tra i 27 e che i nomi di Tony Blair e David Miliband rimangono sul tavolo dei negoziati, sostenuti dal primo ministro Gordon Brown.

Il premier svedese e presidente di turno dell’Ue, Frederik Reinfeldt, ha avuto consultazioni con “la metà dei leader”, pertanto continuerà nella giornata di domani e oltre ad avere contatti telefonici con gli altri capi di Stato e di governo dell’Ue. Probabile che già domani ci sia un contatto telefonico con Berlusconi.

L’incertezza è tornata a dominare la delicata partita a 27 sulle nuove nomine europee, che sembrava in dirittura d’arrivo con il ticket belga-britannico, tra il premier belga Herman Van Rompuy e il ministro degli esteri britannico David Miliband: oggi, il grande favorito del Pse per il ruolo di Mister Pesc è l’ex premier italiano Massimo D’Alema. Le sue quotazioni sono aumentate rapidamente dopo l’annuncio del capo degli eurodeputati socialisti Martin Schulz sulla rinuncia di Miliband, che sarebbe considerata “definitiva” dal Pse, la famiglia politica alla quale, per l’accordo fatto con il Ppe, spetta indicare i candidati per il nuovo Alto rappresentante. L’ipotesi D’Alema, 60 anni, ex leader del Pci, ex ministro degli esteri nel governo Prodi, è stata accolta bene in Italia dalla maggioranza che governa l’Italia e che lo sta sostenendo.

Se Miliband “decisamente rinuncia” alla sua candidatura, che “francamente non c’é mai stata finora” si aprono “‘eccellenti prospettive” per D’Alema, aveva commentato in mattinata il ministro degli esteri Franco Frattini confermando poi in serata l’appoggio del Governo Berlusconi a D’Alema. 

Più cauto Berlusconi: “spero di si, non so dire. Spero che si vada verso una scelta che non sia una scelta di persone non conosciute e senza esperienza”.

Nel coro di consensi a D’Alema, decisamente tranchant sul negatgivo il commento del vice ministro ai trasporti, il leghista Roberto Castelli, che ha detto di trovare “sconcertante” la candidatura e il sostegno a D’Alema. “Parlo a nome personale, avrò qualche rampogna dalla Lega, ma non potevo non dirlo”,

Brown era giunto a Berlino, accompagnato da Miliband, con in tasca un solo nome: quello dell’ex premier Tony Blair per la presidenza Ue. “Il premier sostiene ancora al 100% la candidatura di Blair”, ha ribadito il suo portavoce, escludendo l’esistenza di piani B. In realtà, l’ipotesi di Miliband non sarebbe affatto tramontata e il ticket Van Rompuy-Miliband mantiene buone opportunità.

Fonti socialiste, diverse da quelle vicine a Schulz, ritengono meno definitiva la rinuncia di Miliband che potrebbe essere ancora convinto dal pressing dei leader.

Oltre a D’Alema – hanno indicato queste fonti – resta poi in campo anche la commissaria Ue al commercio estero Catherine Ashton, ex ministro della giustizia nel governo Brown. A favore della Ashton gioca il fatto di essere donna, in un momento in cui si cerca di avere un equilibrio anche di genere nelle nuove nomine europee.

A sfavore, la sua scarsa notorietà che, accompagnata al basso profilo di Van Rompuy, rischierebbe di affidare la nuova Europa ad un duo senza una forte leadership. L’incertezza è destinata a durare ancora poco. Reinfdelt si è dato un limite massimo entro il quale convocare il vertice straordinario: il 19 novembre.