Unione europea, la corda si spezza. Conte alla cambiale tedesca: non disturbatevi, ve la potete tenere Unione europea, la corda si spezza. Conte alla cambiale tedesca: non disturbatevi, ve la potete tenere

Ue, la corda si spezza. Conte alla cambiale tedesca: non disturbatevi, ve la potete tenere

ROMA – Ue, la corda si spezza. La corda che tiene insieme i 27 paesi dell’Unione Europea è all’ultimo filo, un altro strattone e si spezza. Germania, Austria, Olanda, Finlandia e Paesi dell’Est (Polonia, Ungheria, i tre baltici) che sul dramma economico e sociale indotto dall’epidemia fermamente dicono e rivendicano: si salvi chi può, cioè noi, noi che possiamo. Gli altri, i paesi che possono meno o non possono salvare le loro economie (e le loro società), magari un prestito, una cambiale, a scadenza e da restituire con regole precise, precise e puntuali perché non ci fidiamo.

Giuseppe Conte, di fronte a questa proposta perfino offensiva nella sua stolidità, ha sacrosantemente detto: non disturbatevi, ve la potete tenere. Proporre all’Italia e agli altri paesi della Unione (?) i miliardi del Mes (Meccanismo e Fondo Salva Stati) a condizione che i paesi che quei miliardi usano si impegnino fin d’ora a versare i proventi di una ripresa economica (quando sarà) a quella cassa è di fatto una insolenza.

Insolenza economica prima ancora che diplomatica. Proporre una roba del genere vuol dire: nella recessione e depressione economica e sociale del dopo coronavirus ognun per sé. Vuol dire che i Paesi del Nord ed Est Europa non si sentono nella stessa barca (e nella stessa cassa) con gli altri Paesi della Ue. Vuol dire, vorrà dire alla fine che non c’è gran ragione per stare insieme in una Unione sempre più di nome e sempre meno di fatto.

Se le cose stanno così, allora “faremo da soli”. Il faremo da soli di Conte è orgoglioso e dovuto. Ma irrealistico, se l’Italia dovrà fare da sola sarà frana finanziaria su frana economica e produttiva. Faremo da soli, che altro dire di fronte alla stolida (cioè granitica e insieme sciocca) indisponibilità tedesca ad essere davvero Unione? Ma da sola l’Italia davvero davvero non saprebbe come farcela.

La Ue, meglio dire la Bce, garantiscono e forniscono liquidità al sistema finanziario, Bce compra titoli di Stato e obbligazioni private, fornisce alle banche nazionali la liquidità perché le banche possano finanziare aziende e attività. E’ la prima condizione perché l’economia resti in vita. Ma senza la seconda condizione l’economia in vita non resta. La seconda condizione è la raccolta di capitali per investimenti su scala massiccia in tutto il continente. Raccolta di capitali da effettuare attraverso un titolo di debito collettivamente garantito (eurobond) perché questa garanzia collettiva garantisce sia la raccolta che il basso costo del debito emesso.

Se ogni paese emette debito ciascuno per sé, diversi sono i tassi di interesse da pagare (spread, da qui nasce). Se l’Italia da sola, con un debito pubblico 2020 verosimilmente intorno al 140 per cento del Pil, emette titoli di debito i tassi di interesse saranno tali da strozzarla. A questo la Germania e gli altri del Nord e dell’Est hanno risposto con un glaciale: peccato…

Non cambieranno idea in due settimane, quelle che si sono dati i 27 per dirsi di fatto addio oppure no. Non cambieranno idea sugli eurobond. Eurobond non ci saranno, neanche durante e per la guerra del coronavirus. Dall’altro lato ci sono Francia, Spagna, Italia, Portogallo, Belgio, Slovenia, Lussemburgo. Cosa possono, davvero possono nulla? Qualcosa, forse, resta una speranza di una non grande mezza soluzione.

Resta la speranza del Mes senza condizionalità, formula che significa i 400 e passa miliardi del Mes suddivisi Paese per Paese senza le condizioni di restituzione che oggi sono previste nel Mes. Una speranza, anche se somiglia al dividersi le cose in comune quando ci si lascia.

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