Ue, Frattini difende la Ashton

I malumori che hanno accompagnat – I malumori che hanno accompagnato Catherine Ashton fin dal momento della sua nomina ad alto rappresentante della Ue, nel dicembre 2009, si sono esplicitati oggi con l'inusuale presentazione da parte di quattro paesi di due documenti distinti, che contestano le modalita' della creazione del nuovo Servizio diplomatico europeo, cioe' del cuore della nuova ''voce unica'' europea in politica estera. All'iniziativa di Austria e dei tre paesi del Benelux (Belgio, Lussemburgo e Olanda) si sono accompagnate le critiche del ministro britannico degli affari europei David Lidington, che ha definito ''abbastanza assurda'' la richiesta fatta dalla Ashton di aumentare del 5,8% il bilancio a disposizione del suo servizio. La baronessa britannica non e' sembrata troppo preoccupata per le critiche, alle quali ha reagito indirettamente con ironia. ''Da ieri, sono piu' popolare in Libia che in Inghilterra'', ha detto la Ashton, raccontando ai ai ministri che ieri a Bengasi, la roccaforte dei ribelli libici dove ha aperto un ufficio di rappresentanza della Ue, e' stata accolta con sventolio di bandiere e urla di gioia. Oggi in consiglio, a sostegno di Lady Ashton si e' alzata forte la voce del ministro degli esteri Franco Frattini. ''Critiche ingiustificate'', ha detto commentando l'iniziativa dei colleghi. Frattini ha espresso a Cathy ''il perdurante e pieno sostegno dell'Italia per il suo lavoro''. ''Bisogna dare atto alla Ashton che fa il lavoro che prima svolgevano in quattro: tre commissari Ue piu' l'alto rappresentante Solana'', ha sostenuto Frattini, secondo il quale non e' giusto imputare alla Ashton problemi che derivano dalla ''lentezza della macchina comunitaria'' e neppure pretendere da lei di essere ubiqua. ''Le critiche non tengono conto di questi aspetti. Cio' comunque non significa che non si debba incoraggiare la Ashton a forti posizioni politiche'', ha concesso Frattini. ''L'ho fatto anch'io a proposito della dichiarazione sulla persecuzione dei cristiani'', ha ricordato. Vienna e i paesi del Benelux lamentano in particolare le difficolta' di relazioni tra il nuovo servizio diplomatico (Seae)e le rappresentanze diplomatiche nazionali. Nel documento austriaco, si sottolinea la necessita' di un migliore ''scambio di informazioni'' e di una migliore circolazione di documenti sensibili. Vienna si lamenta anche delle ''restrizioni'' e delle preoccupazioni di sicurezza di cui sarebbero vittime le delegazioni della Ue. Il Belgio solleva problemi analoghi, chiedendo di migliorare i rapporti tra il Seae e le ambasciate. Solo due settimane fa, il ministro degli esteri belga Steven Vanakere aveva espresso – in un'intervista al quotidiano Le Soir – la sua ''frustrazione'' e la sua ''delusione'' per l'analisi di politica estera preparata dallo staff della Ashton. La Gran Bretagna si prepara intanto a dare battaglia sul bilancio e le richieste di aumento. ''Riconosco che siamo in crisi economica, ma la sola ragione per cui ho proposto un aumento e' perche' senza non riesco a pagare i costi di base'', si e' difesa la baronessa inglese. ''Prometto di fare il massimo di economie, ma i costi del nuovo servizio vanno pagati''. Senza contare – ha aggiunto la Ashton – spese extra, come quelle sostenute per l'apertura del nuovo ufficio della Ue a Bengasi, ben accolta da tutti i 27 stati membri.

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