Ue, la Germania non molla e chiede un giro di vite sul debito

BRUXELLES, 27 GEN – Mario Monti, ma anche Nicolas Sarkozy, potranno dire di avere vinto la battaglia per il debito flessibile solo lunedi' al vertice della Ue: oggi i negoziati tra gli 'sherpa' sulla bozza finale del Patto di bilancio (il 'fiscal compact') si sono conclusi lasciando aperta la questione delle sanzioni semiautomatiche anche per i paesi che, oltre al deficit, hanno anche un debito eccessivo.

''C'e' una pressione dei paesi piu' rigoristi'', hanno indicato fonti diplomatiche che non hanno citato solo la Germania, ma anche Paesi come Olanda, Austria, Finlandia, Estonia. L'Italia puo' pero' farcela perche' puo' contare sul sostegno della Francia, oltre che del presidente della Ue Herman van Rompuy che vorrebbe lasciare l'articolo 7 com'e' ora: la' dove afferma che le sanzioni si applicano a meno di una ''maggioranza invertita'', cioe' contraria, per chi sfora il tetto virtuoso del deficit, ma non del debito.

''L'Italia vive in maniera molto serena l'ultima fase del negoziato'', ha assicurato il ministro degli affari europei Enzo Moavero. ''Noi stiamo all'ultima versione del testo'', ha pero' precisato.

La schiera dei 'rigoristi' puo' contare su uno sponsor di statura, come il governatore della Bce. ''Un'unione fiscale non puo' iniziare da un'unione dei trasferimenti, non funzionerebbe'', ha detto Mario Draghi, parlando a Davos. Il governatore della Bce ha sottolineato che ''l'unione fiscale inizia con le regole. Dobbiamo ricostruire la fiducia''.

Oltre al nodo debito, sul tavolo dei leader arriva 'aperta' anche la questione della partecipazione dei paesi no euro ai summit di Eurolandia, sollevata dalla Polonia.

Sul ruolo della Corte di giustizia gli sherpa hanno invece finalizzato una versione che limita l'intervento della Corte alla sola applicazione della procedura contro i paesi che non inseriscono nella Costituzione – o in leggi equivalenti – la regola d'oro del pareggio di bilancio, senza estenderlo alle procedure per deficit eccessivo.

I difficili negoziati sul Patto di bilancio sono una metafora della difficolta' dei leader a coniugare rigore e crescita, in un momento in cui la crisi finanziaria e gli attacchi speculativi non danno tregua. Dopo Standards & Poors, oggi e' arrivata la mannaia di Fitch che ha tagliato il rating dell'Italia di due note (portandolo da 'A+' ad 'A-') con outlook negativo, e ha declassato il Belgio di un gradino e la Spagna, la Slovenia e Cipro.

Ma rispetto ad un anno fa, i 27 tirano un sospiro di sollievo per il crack dell'euro evitato e, dopo otto vertici nel 2011 dedicati a discutere di disciplina e rigore contro la crisi dei debiti sovrani, lunedi' tornano a parlare di come creare crescita e occupazione. La zona euro ha fatto progressi ''notevoli'', e' il commento incoraggiante di Draghi.

Le incertezze restano alte: la Spagna registra un deficit peggiorato rispetto alle stime, la Grecia non ha ancora concluso l'accordo con i creditori privati per evitare il rischio default, il Portogallo e' sotto attacco con cds e spread in volata. Secondo il commissario Ue agli affari economici Olli Rehn, l'azione della Bce contro la crisi e' stata molto importante ma non e' sufficiente: anche Usa e Gran Bretagna devono aiutare a costruire una rete di sicurezza contro un aggravarsi della crisi.

Il segretario del Tesoro Usa Tim Geithner oggi ha aperto alla possibilita' di un aumento dei fondi del Fmi, purche' – e' la condizione posta da Washington – l'Europa completi il suo meccanismo di salvataggio dotandosi si una 'muraglia di fuoco' adeguata. Resta poi altissima la necessita' di fare ripartire la crescita e di creare posti di lavoro: ''e' inaccettabile che un quarto dei giovani europei sia disoccupato'', ha dichiarato oggi il presidente della Commissione Ue. Jose' Manuel Barroso proporra' agli stati membri ''di riprogrammare i fondi strutturali non spesi per sostenere la crescita e la creazione di posti di lavoro''. Un tesoretto che ammonta a 82 miliardi di euro.

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