Ue: l’Europarlamento approva la fiducia a Commissione Barroso II

Il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso

La nuova Commissione europea di José Manuel Barroso ha ottenuto a larghissima maggioranza, oggi, 9 febbraio, a Strasburgo, la fiducia dell’Europarlamento.

Il secondo esecutivo di Barroso, che sarà in carica per i prossimi cinque anni, ha ottenuto 488 voti a favore, 137 contrari e 72 astensioni. Hanno votato a favore i tre maggiori gruppi politici, Ppe, S&D e Alde (Liberaldemocratici), contro i Verdi, la Sinistra unitaria europea (Gue) gli euroscettici e l’estrema destra. Si è astenuto il gruppo di destra moderata Ecr, guidato dai Conservatori briannici.

Nel voto precedente nel novembre 2004, il Barroso I ha ottenuto 449 voti a favore, 149 contro e 82 astenuti.

Barroso è brevemente intervenuto in aula all’Europarlamento per ringraziare i deputati per la fiducia appena incassata. «Siamo orgogliosi e umili», ha affermato sottolineando che c’é stato «un ampio sostegno trasversale». «Siamo davanti ad una richiesta di audacia. Questo è un momento importante. Ora siamo in condizione di lavorare», ha aggiunto Barroso.

«L’euro continuerà a costituire uno strumento di sviluppo importante, chi pensa che possa essere rimesso in discussione sarà smentito», ha sottolineato Barroso.

Condizione per rafforzare l’unione monetaria, ha indicato ancora Barroso, è che l’Eurozona parli «con una voce sola» nelle istituzioni internazionali e che le politiche economiche siano coordinate. «Certi politici nazionali sono contrari a un approccio più coordinato, se vogliamo rafforzare la nostra base industriale invece bisogna avere un coordinamento economico più forte».

Il periodo è «difficile ed è inutile negarlo» ma la zona euro è «in grado» di gestire la situazione. «L’euro è stato uno dei principali successi della storia dell’Ue e la zona euro ha rappresentato una area di stabilità e di creazione di occupazione» ha sottolineato Barroso, affermando che anche Eurolandia ha risentito della crisi così come paesi, come l’Islanda, che non ne fanno parte.

«La crisi non è stata creata nell’eurozona ma è venuta da fuori. L’euro ha protetto i paesi che vi aderiscono e la situazione sarebbe stata molto più grave senza la moneta comune», ha insistito Barroso, osservando che «la situazione dei mercati finanziari a volte viene descritta in modo da ingigantire i problemi, ma queste analisi di solito vengono da paesi che non sono nella zona euro». Per quanto riguarda la Grecia, Barroso ha ricordato l’approvazione da parte della Commissione del pacchetto di risanamento dei conti pubblici, sottolineando che questo richiede «l’azione del governo greco».

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