Ungheria sotto pressione Ue: amnistia per i manifestanti

Pubblicato il 5 Gennaio 2012 - 17:28 OLTRE 6 MESI FA

BUDAPEST – L'Ungheria tenta di allentare la pressione dell'Unione europea e per dare un segnale di rispetto della liberta' di opinione e di parola, il governo ha annunciato che proporra' al Parlamento un'amnistia per 43 manifestanti arrestati il 23 dicembre.

Questi ultimi, fra cui 15 deputati socialisti e verdi e l'ex premier socialista Ferenc Gyurcsany, sono accusati di aver ostacolato il traffico per essersi incatenati davanti al parlamento di Budapest per protestare contro la nuova costituzione, entrata in vigore il primo dell'anno, quella sotto osservazione da parte della Commissione europea. Gli arrestati sono stati tutti rilasciati oggi anche se la procedura penale nei loro confronti va avanti.

I deputati arrestati, fra cui Gyurcsany, hanno respinto l'amnistia e chiesto la cancellazione della procedura con la formula "il reato non sussiste". L'amnistia, ha spiegato il portavoce del governo di Viktor Orban, Andras Giro-Szasz, e' una prerogativa che il Parlamento puo' usare in casi eccezionali prevista proprio dalla nuova carta costituzione.

L'Unione europea ha espresso forti dubbi sulla conformita' ai valori europei della costituzione approvata dal parlamento ungherese – dove il partito populista di destra Fidesz di Orban ha i due terzi dei seggi, per quanto riguarda la stretta sui media ("legge bavaglio"), la giustizia, la Banca centrale, l'aliquota fiscale unica al 16% e la riforma elettorale.

Ieri la Commissione Ue ha avviato un esame di conformita' (Legal assessment) dei provvedimenti ungheresi, che durera' due mesi, con l'esplicita domanda se l'Ungheria oggi sia "una democrazia o una dittatura". Se non verranno giudicati conformi ai valori democratici europei, l'Ue aprira' una procedura d'infrazione contro Budapest. Se poi rispondera' negativamente alle richieste di modifica europee, in base al Trattato di Lisbona l'Ungheria potra' essere deferita davanti alla Corte europea di Giustizia.