Vaccini Europa: oggi vaccinato 8% popolazione (Uk 25%, Israele 60), obiettivo 70% a fine estate un miraggio

Vaccini Europa: oggi vaccinato 8% obiettivo 70% a fine estate un miraggio. “Siamo fiduciosi di poter raggiungere il nostro obiettivo a fine estate di vaccinare il 70% della popolazione europea adulta, si tratta di 255 milioni di cittadini della Ue.

E se guardiamo ai dati previsti questo è un obiettivo che siamo certi di poter realizzare”, ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen al termine del vertice Ue in videoconferenza.

Vaccini Europa: oggi vaccinato 8%,  obiettivo 70% a fine estate lontano

L’obiettivo è plausibile? Davvero, al ritmo attuale, riusciremo ad immunizzare la popolazione entro la fine dell’estate? Il ritardo in approvvigionamento e somministrazione è sotto gli occhi di tutti. Al momento è stato vaccinato solo l’8% della popolazione dell’Unione europea.

In sette mesi la Ue dovrebbe vaccinare il 62% della popolazione, circa il 10% al mese. Al momento appare irrealistico, mancano anche i vaccini.

Vaccinati Usa 13,4%, UK 26,7%, Israele 60%

Negli Stati Uniti, per fare un confronto, il 13,4 per cento della popolazione ha già ricevuto almeno una dose dei vaccini contro il coronavirus, nel Regno Unito il 26,7 per cento. Israele addirittura almeno la metà della popolazione.

La Ue ha distribuito complessivamente 51,5milioni di dosi di vaccini, spiega la presidente, in tutto sono state 29,17milioni le somministrazioni, il tasso di vaccinazione è salito così all′8% (5% ha ricevuto la prima dose, il 3% anche la seconda).

La velocità di crociera italiana è al momento di 100mila dosi al giorno: tre milioni al mese, in sette mesi 21. Forse sufficienti per un piano meno ambizioso ma più fattibile individuato dal Governo. Vaccinare entro il 31 luglio i 14 milioni di over 65 (al momento il 90% di ricoveri e decessi).

Draghi: “Senza una svolta la Ue non supera la pandemia”

Se non bastano le proiezioni statistiche, a smentire Von der Leyen ci hanno pensato i leader europei, in particolare Mario Draghi.

Che, sobriamente, ha preteso fermamente un rapido cambio di velocità. Perché, drammatico ma realistico, senza una svolta la Ue non riuscirà a “superare la pandemia”. 

E quindi ha proposto di accelerare con il dare priorità alle prime dosi. Di dire sì a una forma di “passaporto sanitario” utile specie per i paesi a vocazione turistica come il nostro.

E produzione europea di vaccini: ma qui, le stime variano, da 4 mesi i più ottimisti, a un anno o più (Macron).Troppe cose sono andate storte. Una per tutte: abbiamo speso e investito con meno coraggio, per esempio degli inglesi.

La responsabile fino allo scorso anno del gruppo di lavoro sui vaccini per il Regno Unito, Kate Bingham, “Il Regno Unito ha adottato un approccio molto strategico: assicurarsi rapidamente i vaccini. L’approccio europeo sembra sia stato più orientato all’approvvigionamento, quindi centrato sull’assicurasi di avere i vaccini al miglior prezzo

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