Von der Leyen contro Ungheria per la legge anti lgbt: l’Ue mette nel mirino anche la Polonia

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 8 Luglio 2021 - 08:32 OLTRE 6 MESI FA
Von der Leyen contro Ungheria per la legge anti lgbt: l'Ue mette nel mirino anche la Polonia

Von der Leyen contro Ungheria per la legge anti lgbt: l’Ue mette nel mirino anche la Polonia (nella foto Ansa, von der Leyen e Orban)

Ursula von der Leyen e Unione Europea contro l’Ungheria per la legge anti lgbt. Il presidente della Commissione europea ha affermato che la legge che “usa i bambini come pretesto per discriminare gli omosessuali” è “una vergogna”. E ha quindi lanciato l’ultimatum: “Se non cambia rotta, agiremo”. “Non possiamo stare in disparte”, ha annunciato davanti agli eurodeputati.

Da Budapest non si sono fatte mancare le risposte. E il tono non è stata da meno. “Non ritireremo la legge, anzi la difenderemo”, ha replicato la ministra della Giustizia, Judit Varga. Il portavoce del premier Viktor Orban, ha definito il dibattito a Strasburgo “una parata da circo, un nuovo livello di imperialismo coloniale e morale, un attacco all’Ungheria e Orbanofobia”. E il capo di gabinetto del premier ha denunciato “una campagna senza precedenti da parte dell’Ue” e rammentato che “Bruxelles non può dire chi dovrebbe crescere i bambini e come”.

Ue e von der Leyen contro Ungheria per legge anti lgbt

In questo clima i tecnici di Bruxelles si trovano a valutare almeno due fronti di risposta. Il primo, quello della lettera di messa in mora che dà il via a una procedura d’infrazione, è stato già messo sui binari con la lettera di richiesta di chiarimenti inviata dai commissari Didier Reynders (Giustizia) e Thierry Breton (Mercato interno).

Il secondo, molto più delicato, riguarda le possibili implicazioni sulle valutazioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’agenzia di stampa tedesca Dpa aveva già scritto che, secondo fonti Ue, il Pnrr di Budapest (da 7,2 miliardi di euro) sarebbe in stand-by a causa della mancanza di sufficienti meccanismi di controllo. Dalla Commissione hanno fatto sapere che la valutazione è in corso (la data di scadenza è il 12 luglio) mentre l’Ungheria ha accusato la Dpa di pubblicare fake news.

Lo stato di diritto e il Pnrr

Tuttavia sia von der Leyen che il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, hanno confermato la vincolante relazione tra fondi Ue e il rispetto dello stato di diritto da parte dei Paesi beneficiari.

Ha detto von der Leyene: “Tra le altre cose, questa legge stabilisce che i film, le informazioni e le pubblicazioni con raffigurazioni di lesbiche e gay non possono più essere mostrati a bambini e giovani di età inferiore ai 18 anni in Ungheria. E si presume che queste informazioni abbiano un impatto negativo sullo sviluppo fisico e morale dei minori. Questa legge mette l’omosessualità e il cambio di sesso alla pari con la pornografia. Questa legge usa la protezione dei bambini – per cui tutti siamo impegnati – come pretesto per discriminare gravemente le persone a causa del loro orientamento sessuale”.

“Questa legge è vergognosa. Contraddice profondamente i valori fondamentali dell’Unione europea: la protezione delle minoranze, la dignità umana, l’uguaglianza e il rispetto dei diritti umani. Questi valori, che sono così saldamente ancorati all’Articolo 2 del nostro Trattato. I capi di Stato e di governo del Consiglio europeo sono stati molto determinati a esprimere il loro sostegno alla Commissione. E userò tutti gli strumenti di cui dispone la Commissione per difendere questi principi”.

L’ultimatum dell’Ue all’Ungheria e alla Polonia

“I commissari Reynders e Breton hanno scritto alle autorità ungheresi per esprimere le nostre preoccupazioni legali su questa legge. Se l’Ungheria non correggerà la situazione, la Commissione utilizzera’ i poteri ad essa conferiti in qualità di custode dei trattati. Cerchiamo di essere chiari: usiamo questi poteri indipendentemente dallo Stato membro che viola il diritto europeo. Dall’inizio del mio mandato, abbiamo avviato circa 40 procedure d’infrazione relative alla tutela dello Stato di diritto e di altri valori dell’Unione europea sanciti dall’articolo 2 del Trattato. E, se necessario, seguiranno altre procedure”, ha ammonito von der Leyen.

“Non possiamo restare in disparte mentre intere regioni si dichiarano le cosiddette zone Lgbtq free. L’Europa non permetterà mai che parti della nostra società siano stigmatizzate: sia a causa di chi amano, a causa della loro età, della loro etnia, delle loro opinioni politiche o delle loro convinzioni religiose. Perche’ non dovremmo mai dimenticare: quando difendiamo parti della nostra società, difendiamo la libertà dell’intera società”, ha aggiunto facendo anche riferimento alle iniziative di alcuni municipi in Polonia che hanno dichiarato le zone libere da Lgbtq.

I negoziati tra l’Ue e l’Ungheria per i fondi europei

Dietro la ribalta pubblica comunque i negoziati tra l’Ue e il governo ungherese per scongiurare lo stop del Recovery plan proseguono. I due mesi previsti dal regolamento per l’esame del piano da parte della Commissione scadono lunedì. Vista anche la consegna tardiva del Pnrr ungherese, arrivato sul tavolo della Commissione Ue il 12 maggio, per l’eventuale via libera finale dei ministri dell’Economia a Budapest bisognerà probabilmente aspettare ancora.

Al prossimo Ecofin del 13 luglio, infatti, a ricevere l’ok saranno una decina di Paesi che hanno consegnato il loro piano per primi. Per gli altri, Ungheria compresa, si parla di una nuova riunione straordinaria nell’ultima settimana del mese. Compromessi permettendo.