Berlusconi sbarca a San Paolo e si sfoga: “Contro di me solo disinformazione”

Silvio Berlusconi

Il tono della voce è pacato, il volto tutt’altro che tirato, malgrado le 13 ore di volo che dal Canada lo hanno portato in Brasile. Ma la sostanza è durissima. Silvio Berlusconi è un fiume in piena quando si presenta davanti alle telecamere che lo aspettano nella hall dell’albergo che lo ospita nel cuore di San Paolo, a due passi dall’Avenida Paulista. La lettura dei giornali, anche oggi, gli ha lasciato l’amaro in bocca.

Caso Brancher, rapporti con il Quirinale, ‘guerriglia’ nella maggioranza sul ddl intercettazioni. Le ”piccole questioni nazionali” – come le ha definite in Canada – stanno inseguendo il presidente del Consiglio anche Oltreoceano. Ma è su quanto riportano i giornali che Berlusconi si mostra ‘disgustato’, arrivando a ‘invocare’ uno ”sciopero” dei lettori contro quella che definisce ormai la ”disinformazione” quotidiana. Lo sfogo, in un primo momento, è rivolto contro ”i resoconti sulla riunione del G20 che sono l’esatto contrario” del clima di accordo che si è respirato, a suo avviso, durante il summit.

Ma l’orizzonte si allarga inevitabilmente – o meglio si restringe al cortile interno – quando Berlusconi sibila che ormai ”da molti mesi a questa parte c’è una disinformazione che vedo fare che è inconcepibile”. Già in mattinata – quando l’aereo di Stato era ancora in volo – una nota di Palazzo Chigi era stata diffusa alle agenzie per stigmatizzare le ”ricostruzioni fantasiose” riportate da ‘La Repubblica’ su una presunta irritazione del Cavaliere contro Giorgio Napolitano sulla gestione del caso Brancher.

E appena arrivato in Brasile, prima di infilarsi in camera per un po’ di riposo, Berlusconi parla così alle telecamere: ”Bisognerebbe fare uno sciopero degli italiani per insegnare ai giornali a non prendere in giro i loro lettori”, tuona il premier. In particolare , riferisce, ”ho letto dei resoconti sul G20 che sono veramente una presa in giro dei lettori”. Poi, di fronte all’insistenza dei cronisti che gli chiedono della ‘sollevazione’ delle Regioni contro i tagli previsti dalla manovra economica, si lascia andare solo a un breve accenno: ”Rivedremo la manovra”, dice Berlusconi. Ma è pochi minuti dopo – quando il Cavaliere ha già raggiunto la sua stanza e le agenzie hanno battuto le sue parole – che scatta un altro corto circuito informativo, quando il portavoce Paolo Bonaiuti smentisce per vie ufficiali che Berlusconi abbia mai aperto a qualsiasi forma di revisione di ”una manovra gia’ delineata”.

Fuori, intanto, la città si ferma. C’e’ la partita del Brasile contro il Cile, e da queste parti la nazionale verdeoro ha un alone quasi religioso che la circonda. Eliminati gli azzurri, Berlusconi si veste dei colori del Brasile. ”Speriamo che vinca”, auspica prima di incontrare – domani – Lula. D’altra parte, aggiunge sornione, da queste parti ”sono conosciuto soprattutto come presidente del Milan, perchè in rossonero ha giocato un’intera nazionale brasiliana…”.

E’ la ‘diplomazia del pallone’. Serve anche questo per spianare la strada al gigantesco giro d’affari per le imprese italiane che il premier è venuto a sponsorizzare.

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