L’Italia non piace, la parata nemmeno…Il triste “dibattito” sul 2 giugno

No, il dibattito no! Eppure c’è, intenso e melenso, diffuso e ottuso, demenziale e istituzionale. Dibattito niente meno che sul 2 giugno, dibattito sul calendario che ogni anno guarda caso si ostina a ricordare che questo giorno è il compleanno della Repubblica italiana. Si è portato avanti con il lavoro il leghista Matteo Salvini per non lasciare orfano di copertura politica l’umore profondo di tutti i leghisti doc. Umore che vorrebbe cancellare la festa della Repubblica italiana. E’ “italiana” e quindi non buona, è “italiana” e quindi non c’è nulla da festeggiare essendo l’Italia unita un fatto storico sbagliato e da rimuovere. Eccesso ultras di un leghista ultras? Parole forti di un “leghista che sbaglia”? Mica tanto, anzi per niente.

Il dimenticato ma sempre vigente articolo uno dello Statuto della Lega Nord recita: “Il movimento politico denominato Lega Nord per l’indipendenza della Padania ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica federale indipendente e sovrana”. Dunque, carta canta. Testo dello Satuto alla mano la Lega Nord nasce, esiste e lotta per uno Stato e una Repubblica indipendenti (è ripetuto due volte in due righe) e sovrani. Bontà loro i leghisti specificano di voler ottenere l’obiettivo “con metodi democratici”, ci sarebbe mancato altro che avessero scritto “con ogni mezzo”. Un altro Stato e un’altra Repubblica: questo l’obiettivo ufficiale e imperativo per tutti i leghisti come appunto da Statuto. Carta alla mano, Salvini ha ragione, la versione autentica del leghismo è la sua. C’è, anzi ci sarebbe il piccolo problema dei leghisti ministri di un altro Stato e di un’altra Repubblica, quelle italiani appunto. Ma l’Italia e la vita pubblica italiana sono da tempo fatte così: non si “formalizzano” di fronte alla doppia fedeltà dei ministri leghisti: giurano fedeltà alla Repubblica italiana e giurano che realizzeranno lo Statuto che quella Repubblica smonta. Maroni, Calderoli, Bossi… sul palco del 2 giugno ci stanno e non ci stanno. Segue dibattito con La Russa e gli altri del Pdl che sono gli “italiani” al governo.

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