ROMA – “La campagna elettorale sarà per molte forze politiche un enorme Truman Show di promesse insostenibili. Ma il Pd non può restare dentro questo brutto spettacolo fatto solo di annunci ad effetto. Deve uscirne immediatamente. Altrimenti non solo non guadagnerà nuovi voti, ma perderà anche l’elettorato di centrosinistra”. A dirlo è il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda in un’intervista a Repubblica sull’ipotesi di abolizione del canone Rai. Tra i due, nel pomeriggio di venerdì c’era stato un botta e risposta.
“Verso Renzi”, dice, “ho sentimenti di gratitudine e di lealtà. Ma questa lealtà non può essere cieca fedeltà e approvazione di ogni proposta, peraltro quasi mai condivisa”, rimarca. “C’è un tema di modo e serietà nel porre certe questioni di cui peraltro, come ministro, sono responsabile. Il governo Renzi è quello che ha messo il canone in bolletta, dicendo che era fondamentale per rilanciare il ruolo di servizio pubblico della Rai. Poi il governo Gentiloni ha firmato la nuova convenzione e si accinge a firmare il nuovo contratto di servizio. Non è che adesso si può dire, in modo estemporaneo e senza una riflessione, che i soldi per la Rai li tira fuori la fiscalità generale”.
“Sono stato così secco su questa proposta perché Renzi mi ha chiesto la disponibilità – e io gliela ho data – a collaborare sul programma del Pd. Ma lo faccio a patto che si lavori a un progetto per il paese, non a battute estemporanee da Truman Show”. “Offrire temi che durano lo spazio di un mattino non è il ruolo che spetta ad un centrosinistra che ha governato bene per una legislatura. E non penso che sia nemmeno quello che gli elettori del centrosinistra chiedono. Peraltro il gradimento verso Gentiloni dimostra proprio questo”.