Libia, Giorgio Bocca: “Ieri baciamano, oggi bombardieri”

Giorgio Bocca

ROMA – “Sulla Libia tutti voltagabbana. Ieri il baciamano, oggi i bombardieri”. Giorgio Bocca intervistato da Daniela Preziosi per Il Manifesto, commenta l’intervento italiano in Libia. “Con che diritto noi dobbiamo andiamo a bombardare i libici? Non sono d’accordo”.

Bocca spiega di non essere per niente d’accordo con gli attacchi: “Muammar Gheddafi fin qui stava al potere. I ribelli si sono rivoltati contro di lui. Noi che parte dobbiamo fare? Questo è una domanda a cui non saprei rispondere. Ma noi che parte stiamo facendo? In questo momento solo una: quella dei ricchi e potenti che vogliono mettere le mani sul petrolio libico. E non andiamo a raccontarcela diversamente”.

Poi Bocca fa un parallelo con la guerra in Medio Oriente: “Quando Israele attacca i palestinesi non si muove nessuno. Né mi pare che l’Onu si convochi in tutta fretta. Quella di oggi è chiaramente la reazione degli stati ricchi che su Gheddafi si sono improvvisamente ravveduti. Era il capo di una nazione. C’è stata una ribellione. Lui ha tutto il diritto di contrastare la rivoluzione che sta cercando di cacciarlo dal potere”.

R l’Italia? “L’atteggiamento italiano è vergognoso – dice Bocca – Prima Silvio Berlusconi parla di amico libico, gli bacia la mano. Poi vista la mala parata, fa l’antigheddafi. Alla fine ha ragione il raìs a dire che siamo traditori. Non voglio difendere Gheddafi, che è tutt’altro che raccomandabile. È un dittatore ridicolo. Basta vedere i suoi vestiti, i capelli tinti, la sua voglia di apparire giovane. È un Berlusconi del medio oriente. Ma fino a due mesi fa arrivava in Italia accolto dalle fanfare. Quindi proprio noi siamo gli ultimi titolati a criticarlo, figuriamoci attaccare la Libia. Per ragioni di coerenza. Siamo stati i suoi migliori alleati e compagni d’affari. La Juventus, addirittura, gli ha venduto una parte della società”.

“Il nostro è un governo voltagabbana. Anche l’opposizione condivide la logica dei più forti. Il principio è: per essere considerati potenti della terra bisogna ogni volta schierarsi col potente di turno. Oggi i ricchi e potenti hanno deciso che la Libia è diventata un ostacolo. Così l’hanno scaricata. E hanno fatto tutto a una velocità impressionante”.

Poi Bocca conclude: “Impressiona molto che dopo cent’anni esatti l’Italia torna in guerra in Libia. Ma quello che impressiona di più è che finora abbiamo sentito tanti bei discorsi sul valore della pace. C’è voluto niente per tornare in guerra”.

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