Caso Ablyazov, Renzi, D’Alema, Repubblica contro Alfano: vogliono crisi governo?

Caso Ablyazov, la carica dei renziani: "Alfano indifendibile"
Caso Ablyazov, la carica dei renziani: “Alfano indifendibile”

ROMA – Le spiegazioni di Angelino Alfano sul caso Ablyazov non placano il malcontento in area Pd.

Il problema rispettabile ma ben limitato di una clandestina di un Paese con cui l’Italia ha rapporti diplomatici sta oscurando, per giochi di potere  tutti interni al Pd, i problemi giganteschi dell’Italia in questo momento e mette a rischio il bene principale di cui l’Italia ha bisogno, la stabilità del Governo.

A guidare l’attacco sono soprattutto i parlamentari d’area renziana, sostenuti, in una strana e oscura alleanza catto -comunista, da Massimo D’Alema e dal quotidiano Repubblica che per primo, attraverso il sito, dà conto della protesta tra i democratici. Repubblica.it parla di un malcontento anche più diffuso, oltre la cinquantina di parlamentari renziani:

Non solo Renzi. Non solo i renziani. Loro hanno deciso: “Chiederemo al Pd, nella riunione dei gruppi domani, di sostenere la richiesta di dimissioni del ministro Alfano”, affermano, in una nota, il vicecapogruppo del Pd a Palazzo Madama Stefano Lepri e 12 senatori renziani. Ma nel Pd cresce l’insofferenza generale verso la vicenda Shalabayeva. Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria del partito vicino a Massimo D’Alema, lancia un aut aut al ministro degli Interni dopo gli interventi di ieri alle Camere.

I senatori renziani attaccano con una lettera firmata da 13 senatori:

“La posizione del ministro Alfano è oggettivamente indifendibile – affermano il vicecapogruppo del Pd a Palazzo Madama, Stefano Lepri, e 12 senatori vicini al sindaco di Firenze – Chiederemo al Pd, nella riunione dei gruppi domani, di sostenere la richiesta di dimissioni del ministro. Il passo indietro di Alfano serve per restituire al governo, la necessaria credibilità sul piano internazionale e nazionale”.

A sostenerlo, con il vicecapogruppo Lepri, sono i senatori Roberto Cociancich, Andrea Marcucci, Rosa Maria Di Giorgi, Laura Cantini, Stefano Collina, Vincenzo Cuomo, Isabella De Monte, Mauro Del Barba, Nicoletta Favero, Nadia Ginetti, Mario Morgoni e Venera Padua. Che aggiungono:

“La leggerezza che ha portato alla consegna della signora Shalabayeva e di sua figlia alle autorità di un Paese autoritario – dicono i parlamentari – non è ammissibile. Siamo preoccupati per la loro sorte e per l’immagine che abbiamo dato al mondo, ovvero quella di uno Stato dove si possono calpestare i diritti umani, ad insaputa del governo. Inoltre il precedente che ha portato al passo indietro di Josefa Idem rende le dimissioni di Alfano scontate. Il Pd le chieda ufficialmente, senza incomprensibili timori reverenziali”.

Nelle stesse ore il capo della polizia Alessandro Pansa presenta una relazione in Senato in cui conferma che i ministri Alfano e Bonino fossero all’oscuro dell’espulsione di Alma Shalabayeva e della figlia:

 ”Non mi risulta che i ministri Alfano e Bonino prima dell’1 giugno sapessero dell’espulsione di Alma Shalabayeva. Risulta che Mukhtar Ablyazov sia stato nella villetta di Casal Palocco fino al 25 maggio, tre giorni prima del blitz della notte tra il 28 ed il 29 maggio”.

E poi sottolinea:

”L’invasività” dei diplomatici kazaki che chiedevano la cattura di Mukhtar Ablyazov ”non è stata ben gestita dai vertici del Dipartimento di pubblica sicurezza”.

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