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Camera: accordo sui ‘sindaci sceriffi’, governo salvato da un’altra sconfitta

di luiss_vcontursi |1 Dicembre 2010 21:31

Un accordo ‘in extremis’ sulla norma dei ‘sindaci sceriffi’ contenuta nel decreto sicurezza ha scongiurato l’ennesimo scontro tra Fli e la maggioranza a Montecitorio: uno scontro che sarebbe finito, ancora una volta, con il governo battuto in Aula. I finiani, con Pd, Udc e Idv, hanno tenuto il punto sulla norma che rappresenta un cavallo di battaglia ottenendone una sostanziale riscrittura. Così domani il decreto potrebbe ottenere il via libera dell’Aula della Camera, anche se resta ancora aperto qualche problema, a partire dalla norma ribattezzata ‘Griffe pulita’.

Il testo approvato in Consiglio dei ministri prevedeva per il prefetto l’obbligo, senza alcuna discrezionalità, di disporre le misure necessarie per il concorso delle forze di polizia nell’attuazione delle ordinanze dei sindaci in materia di sicurezza nelle città. Il prefetto poteva anche disporre, al massimo, delle ispezioni per accertare il regolare svolgimento dei compiti affidati e per acquisire dati e notizie. Ma nient’altro. Una formulazione che i finiani e il resto dell’opposizione non avrebbero accettato e sul quale avevano presentato un emendamento soppressivo. ”Sarebbe – ha spiegato Giorgio Conte di Fli – un ridimensionamento della figura e della autonomia del prefetto che finirebbe con il dover ricevere ed eseguire ordini dal sindaco”.

Insomma, c’erano tutti gli elementi perché il governo venisse battuto. In Comitato dei 18 alla fine si è trovata una mediazione considerando anche le insistenze del ministro dell’Interno Roberto Maroni per ‘salvare’ la norma. ‘Il testo dell’articolo 8 del decreto così è radicalmente cambiato”, ha cantato vittoria Gianclaudio Bressa. In base all’emendamento della commissione su cui si è trovato l’ accordo (”un ottimo accordo”, ha detto Maroni) il prefetto ”al fine di assicurare l’attuazione dei provvedimenti adottati dai sindaci ai sensi del presente articolo, ove le ritenga necessarie, dispone le misure adeguate per assicurare il concorso delle forze di polizia”.

Tutto il contrario della versione originaria il cui titolo recitava: ”Attuazione delle ordinanze dei sindaci”. In questo modo, ha osservato ancora Bressa, non si è toccata la discrezionalità del rappresentante del governo nelle province. L’emendamento verrà votato domani. Per allora dovranno essere risolti dalla relatrice Jole Santelli (Pdl) altri due nodi: la copertura finanziaria dell’articolo 10, che contiene disposizioni per assicurare le gestioni commissariali straordinarie nei comuni sciolti per infiltrazione mafiosa e la mediazione sull’articolo 9: la norma ormai ribattezzata ‘griffe pulita’ perché dovrebbe mettere in condizione pure le grandi case di mode di non commettere illeciti anche in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro. Pena: la confisca dei prodotti senza che sia necessaria l’ordinanza. Pagando 10 euro per un paio di scarpe commissionate ai cinesi, ad esempio, spiega Donatella Ferranti (PD), si sa benissimo che dietro un prezzo così basso si nascondono in realtà degli illeciti, cioè il non rispetto di diverse norme. Quindi la confisca scatterebbe automaticamente. Il principio contenuto nell’articolo 9 verra’ salvato, ma la norma, assicura il deputato del Pdl Manlio Contento, verrà riscritta.

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