ROMA – Dopo Milano, viene fuori uno scandalo “affittopoli” anche a Roma: la Procura della capitale aprirà un fascicolo su alcuni locali affittati a prezzi di favore. Lo spunto per i magistrati è fornito dai servizi che alcuni organi di informazione hanno dedicato all’argomento e dalla richiesta di chiarezza proveniente da numerosi esponenti politici.
Al vaglio della Procura ci sarà la verifica dell’esistenza di presunte assegnazioni a prezzi agevolati, ad inquilini eccellenti, non solo di appartamenti, ma anche di altre tipologie di stabili di proprietà di enti pubblici, compresi quelli preposti per l’assistenza ai poveri.
Tra gli enti indicati nelle notizie apparse sui quotidiani ci sono Regione Lazio, il Sant’Alessio, l’Isma, l’Istituto di Santa Maria in Aquiro, l’Istituto romano di San Michele. Molto probabilmente gli inquirenti chiederanno di acquisire, per quei casi che dovessero essere ritenuti sospetti, gli elenchi degli assegnatari allo scopo di valutare la congruità dei canoni versati rispetto al valore di mercato degli immobili occupati.
Il 26 febbraio la polemica ha riguardato il caso dell’assessore comunale al Patrimonio ed alla Casa, Alfredo Antoniozzi, in relazione al canone di locazione di un ufficio dell’Ipab nel centro storico. L’esponente di giunta ha chiarito che ”il canone di affitto è di 2700 euro al mese, e non poco più di mille come erroneamente riportato” da un quotidiano e ”rispecchia il valore di mercato”. A sostegno delle argomentazioni di Antoniozzi è intervenuto Enzo Tomatis, ex presidente Ipab Sant’Alessio, che affittò l’immobile nel 1999.
Ma le opposizioni presenti nel Comune di Roma ed alla Regione sono già sul piede di guerra. Il Presidente nazionale e Capogruppo in Regione Lazio dei Verdi, Angelo Bonelli, ha sollecitato la convocazione di un consiglio regionale straordinario ed annunciato la presentazione di un esposto alla Corte di Conti per la valutazione degli eventuali danni all’erario.