Disponibilità ad aumentare di circa mille uomini il numero di soldati italiani da inviare in Afghanistan entro il 2010, ma con un mandato temporale certo.
E’ questo, secondo quanto riferito da fonti governative, l’orientamento emerso nel corso del Consiglio dei ministri che dovrà poi essere ratificato dal Parlamento.
L’obiettivo, spiega il ministro della Difesa Ignazio La Russa in conferenza stampa a Palazzo Chigi, è «delineare la nostra presenza in una gestione interamente italiana» nella zona ovest del Paese, anche «nella parte più marginale di quella zona dove ora ci sono gli inglesi e gli americani».
Si tratta, ha aggiunto il ministro degli Esteri Frattini, di «una risposta molto consistente alle richieste della Nato che ci pone in una posizione di particolare rilievo date le posizioni di Gran Bretagna e i tempi lunghi di Francia e Germania, anche se non c’è alcuna comparazione con altri Paesi».
«Dopo incontri con la Nato e a livello di ministri – ha aggiunto La Russa – si era configurata una richiesta di aumento per i militari italiani in Afghanistan a cui abbiamo dato subito disponibilità, non nel numero ma nel merito, per un progetto che vede un approccio più globale, maggiori risorse per la ricostruzione, più obblighi per il governo Karzai nel contrasto alla droga, più addestramento delle forze afgane in modo di poter immaginare un orizzonte temporale non indefinito per la missione Isaf».
Frattini ha espresso «disponibilità immediata» a riferire in Parlamento sullo sviluppo della missione. «Si entra insieme e si esce insieme agli alleati dalle missioni di pace internazionali» ha detto, sottolineando che l’aumento di mille uomini corrisponderà a un piano di riduzione uomini in altre missioni, come il Libano e i Balcani.