Bersani: “Manovra nel 2013? Non so”. A Monti: “Aiuti noi e non Berlusconi”

Pier Luigi Bersani e Mario Monti (foto LaPresse)

ROMA –  Stizzito con Monti per la candidatura di Gabriele Albertini come capolista al Senato in Lombardia e incerto su una possibile manovra nel 2013. Pier Luigi Bersani si prepara a governare il Paese ma non può ancora escludere una nuova manovra economica nel 2013: “Non lo so, non ho elementi – risponde intervistato su Sky Tg24-  Quelle che so è che il 2013, dal punto di vista sociale, occupazionale e della tenuta finanziaria sarà molto difficile”.

Insomma il rischio di difficoltà è concreto eppure Bersani quando si parla di Imu e di tasse cambia parzialmente registro. Sull’imposta sulla casa bacchetta Mario Monti e si chiede perché ora si parla di modifiche quando si è governato fino a pochi giorni fa. L’Imu che ha in mente il segretario del Pd, invece, prevede un meccanismo per ridistribuire ai Comuni parte del gettito. Bersani, quindi, parla di abbassamento delle aliquote più basse per quanto riguarda l’Irpef anche se il problema principale, a suo giudizio, resta la “fedeltà fiscale”.

Con Monti, invece, Bersani è stizzito i per l’ennesima volta gli chiede contro chi stia “combattendo”. Perché un conto è essere avversari un conto, è l’opinione del leader del Pd, è fare un favore a quello che Bersani considera evidentemente un “nemico comune”, ovvero Silvio Berlusconi.

A far arrabbiare il segretario del Pd è soprattutto la candidatura di Gabriele Albertini come capolista per la lista Monti al Senato, scelta che in qualche modo rischia di favorire il Pdl in Lombardia, una delle regioni in bilico. Bersani non gradisce e intervistato da Skttg24 spiega: “A me va bene tutto purchè queste mosse non aiutino a togliere le castagne dal fuoco a Berlusconi e alla Lega. Se accadesse non andrebbe bene e lo dovrebbero spiegare, vorrei capire contro chi combattono”.

Neppure lo “sgarbo Albertini” fa però cambiare idea a Bersani per una possibile alleanza dopo il voto: “Dico da tre anni che intendo lavorare per un governo dei progressisti aperto a un dialogo con forze democratiche progressiste e moderate che siano ostative a un revival berlusconiano, leghista e populista. E rimango fermo su questo”. Secondo il leader del Pd va evitato il “rischio di mettere nell’angolo un’esigenza di cambiamento.  Metto in guardia sul fatto che questo tipo di posizioni possono alla fine contro le volontà aprire un varco alla destra”.

Più severo il giudizio di Bersani su Silvio Berlusconi: “E’ un combattente” ‘ ma  ”pur non sottovalutandolo non gli darei molte chances. Dovessi scommettere non scommetterei su Berlusconi”.

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