Alemanno, idea alla Mussolini: “Tassiamo i single e diamo i soldi a chi fa figli”

Gianni Alemanno

Non mettere le mani in tasca agli italiani, a meno che non siano single. E’ la curiosa proposta del sindaco di Roma Gianni Alemanno che, parlando dal palco della Conferenza Nazionale della famiglia, dice la sua sul quoziente familiare. Obiettivo da raggiungere, secondo il primo cittadino, anche a costo di “sporcarsi le mani”.

Dopo la sortita e le inevitabili polemiche al seguito, però, Alemanno ritratta, come nella migliore tradizione della “conferenza” (Berlusconi ha ‘ritrattato’ la sua presenza, Giovanardi le sue dichiarazioni sugli aiuti) e spiega: “Non si tratta di aumentare le imposte ai single ma di concentrare gli sgravi sulle famiglie con più figli”. Una sfumatura che cambia solo in parte la sostanza: ” La pressione fiscale deve complessivamente diminuire, dobbiamo però scegliere dove mirare queste riduzioni”. Retromarcia parziale e tardiva, quella di Alemanno, che non placa le polemiche.

Poco dopo Alemanno sul palco sale il sindaco di Bari Michele Emiliano, che replica: “Non trovo nella Costituzione alcun motivo per discriminare legami diversi dalla famiglia tradizionale. In Italia si fanno meno figli per colpa della precarietà”.

Ma è solo l’inizio. Come riporta il Corriere della Sera, al sindaco risponde anche Aurelio Mancuso, esponente del movimento gay, parlando di chiaro riferimento al fascismo. Secondo Mancuso, l’idea di Alemanno  “ricalca provvedi menti c ome quelli introdotti dal regime fascista, che tassava tutte le persone che abitavano ufficialmente sole”. Per il verde Angelo Bonelli,  la proposta del sindaco ha “carattere repressivo” nel senso che  “Alemanno vuole costringere i single a sposarsi con la minaccia di maggiori tasse. Vuole imporre scelte di vita con la scure delle tasse, nemmeno con i matrimoni combinati del secolo scorso potevamo immaginare tanta violenza e imposizione di modelli di vita”.

Con Alemanno, invece, si schiera prevedibilmente il sottosegretario Giovanardi: “Ha ragione il sindaco. La famiglia è quella in cui vivono i figli, per aiutarla bisognerà pesare di più sugli altri. È giusto che sia così”.

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