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Il debito di Alemanno con lo Stato: Monti rivuole 600 mln

di Warsamé Dini Casali |23 Febbraio 2012 13:57

ROMA – Il Governo esige che Roma Capitale restituisca 600 milioni  elargiti come prestito. Entro la fine dell’anno. Dopo lo schiaffo della candidatura alle Olimpiadi negata, Mario Monti si appresta a fare recupero crediti con il sindaco Alemanno. Un codicillo che verrà approvato al Consiglio dei ministri il 24 febbraio, parla chiaro, gli impegni si rispettano, niente dilazioni. Finora il Campidoglio era impegnato a valorizzare quattro grandi edifici: il ricavato della vendita è destinata allo Stato, come contropartita dell’anticipo offerto a Roma Capitale. Era un accordo sottoscritto con l’allora governo “amico”, un protocollo d’intesa firmato con il Ministero della Difesa con Ignazio La Russa ministro.

L’alienazione degli edifici prescelti all’Agenzia del Demanio non è ancora avvenuta.Parliamo della caserma di via Guido Reni, la Direzione magazzini del commissariato al Porto Fluviale, i magazzini A. M. di via Papareschi e il Forte Boccea. Il Governo, però, non si fida del tutto, e ha studiato la norma ad hoc. Se la vendita non funziona, lo Stato si rifarà sulla città per il corrispettivo pattuito più gli interessi maturati. Come? Lo Stato entrerà in possesso anche di altri “tesori” immobiliari, come il Palazzo Senatorio all’Anagrafe, per dirne uno. Il Comune, a quel punto, potrebbe continuare ad utilizzare quegli edifici, ma in qualità di affittuario. Decisamente un periodaccio per Alemanno. Il proprietario Monti non farà sconti, specie sull’affitto.

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