Alfano-Anm sui “processi estinti”. Quando la matematica è un’opinione

Pubblicato il 19 Novembre 2009 - 18:21 OLTRE 6 MESI FA

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Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha fatto un po’ di conti, «senza pretesa di definitività». Risultato: con la legge sul “processo breve”, sei anni per i tre gradi di giudizio, due ciascuno (ma legge emendabile fa capire Alfano in modo da dare tre anni di tempo per la prima sentenza) diventano “processi estinti” uno su cento di quelli in corso. Quindi, niente “catastrofe” e “tana libera tutti”.

L’Anm, il sindacato dei magistrati, ci ha messo mezz’ora per replicare che «la realtà non è così rosea», che sarebbero sempre “migliaia”  i processi “estinti” e che comunque i conti non si possono fare così in fretta e così all’ingrosso.

Insomma, sul processo “breve” oppure “estinto” la matematica è un’opinione. Un po’ più di un’opinione è che la legge sarà votata dalla maggioranza in Parlamento. Non proprio così com’è: da rifare è la mappa dei reati “meritevoli” del processo breve e di quella simmetrica dei reati esclusi. I reati di corruzione e concussione saranno di sicuro compresi, quello d’immigrazione clandestina è al momento escluso dal “beneficio” ma solo per impuntatura leghista.

La mappa andrà ridisegnata perchè tutta la maggioranza possa votare la legge e soprattutto perchè il capo dello Stato possa non trovarci dentro evidenti elementi di incostituzionalità, cioè di trattamento ineguale di diverse categorie di imputati di fronte alla legge. Poi deciderà la Corte Costituzionale, più o meno tra un anno. Tra un anno, quando i processi al premier saranno estinti o quasi, quando si sarà votato per le Regionali, insomma quando problemi e cause vere della legge sui processi saranno altrimenti “sciolti o sentenziati”.