Alfano attacca i magistrati: “Meno tv e più lavoro”

Duro attacco di Alfano alla magistratura: secondo il ministro della Giustizia la mafia «si può combattere senza andare in tv o a fare convegni». «Lavorando di più in Procura e senza le luci delle telecamere si arresta qualche latitante in più – spiega il Guardasigilli – Quindi con qualche convegno in meno e qualche latitante in più si fa il bene del Paese».

Alfano è convinto che «la mafia è già in ginocchio: i leader storici di Cosa Nostra sono decaduti e sono in carcere, in 41 bis. Poiché è in ginocchio, il nostro obiettivo è stenderla a terra e liberarci della mafia al più presto possibile».

Il ministro ha sottolineato l’importanza dell’«antimafia delle leggi e dei fatti» che hanno consentito, al governo Berlusconi, di arrivare a «grandi risultati», sul fronte di «arresti, sequestri e confische di beni» ai danni di Cosa Nostra. «Tutto ciò – sottolinea – dà il senso dell’unità dello Stato» nella lotta alla mafia per cui «governo, magistratura e forze dell’ordine giocano in un’unica squadra».

Alfano ha più volte elogiato e ringraziato il procuratore capo di Palermo, Messineo, per «il tris di arresti, Raccuglia, Nicchi e Fidanzati, che ha consentito la decapitazione della mafia». «Mai, mai, mai – ha aggiunto – si era sentito dire finora che non si riesce a capire chi comanda in Cosa nostra a Palermo, chi governa la mafia, perché tutti i capi sono stati arrestati».

Alfano ha concluso dicendo che «questa è una delle stagioni più gloriose della lotta alla mafia» e le norme applicate dall’ Italia contro la criminalità, in particolare sul trattamento dei beni patrimoniali sequestrati e confiscati, rappresentano un «modello» in ambito europeo ed internazionale.

Secondo Alfano il governo è stato posto in una «condizione di assoluta solitudine» nell’affrontare il problema delle sedi disagiate: il ministro della Giustizia sostiene che da parte dell’Anm non c’è stato alcun aiuto per coprire i posti vacanti in quelle che il Guardasigilli ha definito «le sedi sgradite ai pm».

«Abbiamo previsto incentivi di carriera ed economici per chi era disposto ad andare a lavorare nelle sedi sgradite. Abbiamo bandito 100 posti e – afferma – in una condizione di assoluta solitudine del governo, senza essere stati aiutati in nulla dall’Anm o dalle mailing list dei magistrati, siamo riusciti a coprirne oltre 50».

Alfano ha ribadito che non è intenzione del governo rivedere il «principio di inamovibilità» dei magistrati nè quello «della fine del nonnismo giudiziario» previsto dal governo Prodi con l’esclusione dei magistrati di prima nomina nell’attribuzione dei posti di pm o gip.

Alfano è dunque tornato a rivolgere «un appello ai magistrati» perchè vengano coperti i vuoti «nelle sedi di frontiera» che non possono definirsi disagiate quando si tratta di luoghi come Sciacca, «città turistica meravigliosa della Sicilia, con un palazzo di giustizia che ha una splendida vista sul mare».

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