BOLOGNA – “Cancellate le nozze gay contratte all’estero e trascritte in Italia”, ordina il ministro Alfano ai prefetti e ai sindaci. Ma il sindaco di Bologna, Virginio Merola, non ci sta e dice: “Non obbedisco”. L’ultimo caso arriva proprio dalla sua città: in Italia, si sa, nozze gay non se ne fanno.
Ma c’è il caso di cittadini che si sono sposati all’estero, dove invece i matrimoni omosessuali sono previsti dalla lagge. Allora che fare con queste coppie che risultano sposate, ma all’estero? Il Comune di Bologna ha trascritto nei propri registri queste unioni. La legge in Italia non c’è e il ministro dell’Interno ha dato un’indicazione precisa, d’ora in avanti, per prefetti e sindaci:
“Il punto è uno: a ogni evidenza le direttive che sono state date con provvedimenti dei sindaci, che prescrivono agli ufficiali di stato civile di provvedere alla trascrizione dei matrimoni celebrati all’estero tra persone dello stesso sesso non sono conformi alle leggi italiane. In Italia non è possibile che ci si sposi tra persone dello stesso sesso, quindi se ci si sposa tra persone dello stesso sesso, quei matrimoni non possono essere trascritti nei registri dello stato civile italiano, per il semplice motivo che non è consentito dalla legge”.
Il sindaco di Bologna però non ci sta:
“Se vogliono annullare gli atti delle trascrizioni dei matrimoni contratti all’estero lo facciano. Io non ritiro la mia firma. Lo facciano dunque ma non nel nome di Bologna, che come sindaco rappresento. Io non obbedisco. Si assumano la responsabilità di negare ancora una volta i diritti riconosciuti dal diritto europeo”. Virginio Merola è tra i primi ad aver deciso di consentire la registrazione dei matrimoni omosessuali celebrati all’estero.
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