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Alfano difende la famiglia: “Con la sinistra nozze gay”. Bersani: “Cerca voti”

di Daniela Lauria |10 Marzo 2012 20:09

ORVIETO (TERNI)- La riforma del mercato del lavoro e' il terreno di scontro tra le forze politiche che appoggiano il governo Monti. Da Orvieto, dove si chiude la scuola di formazione del Pdl, il segretario del partito Angelino Alfano prima avverte le banche (devono stare con il popolo, dice). Poi incalza Mario Monti, mettendo bene in chiaro che il Pdl ''dall'alto della sua forza e dei suoi numeri'' e' pronto ad indicare le sue tre priorita': ''lavoro, lavoro, lavoro''.

La strategia del leader pidiellino e' ormai chiara: far si' che sia il Popolo della Liberta' ad indicare quali debbano essere le priorita' che esecutivo e maggioranza devono discutere. I toni muscolari scelti da Alfano pero' non piacciono a Pier Luigi Bersani che, da Roma, replica con sarcasmo: ''Quando c'e' da parlare di corruzione e frequenze tv – osserva – scoprono anche il lavoro. Questa settimana e' il lavoro, vediamo la prossima''.

Un botta e risposta a distanza che testimonia come l'argomento sia 'sensibile' per entrambe le forze politiche. Il niet al summit a palazzo Chigi di mercoledi' scorso testimonia come il Pdl non abbia nessuna intenzione di essere messo nell'angolo da Pd e Udc: ''Ci dispiace di aver deluso il desiderio di qualcuno – attacca Alfano – ma il Pdl e' al centro della scena, ci resta, e' il primo partito, e noi ci candiamo ad restarlo perché rappresentiamo i moderati italiani''.

La 'mission' del segretario e' chiara: fare pressing sul governo per mettere al centro della scena la riforma del mercato del lavoro e chiedere a Monti di ''vigilare'' sull'utilizzo che le banche fanno dei fondi avuti dalla Bce: ''Ci deve essere chiarezza'' dice Alfano, che annuncia per la prossima settimana anche un incontro con il presidente dell'Abi. Toni altrettanto sicuri sugli obiettivi futuri: ''rimettere insieme i moderati''. Un messaggio indirizzato a Pier Ferdinando Casini con l'obiettivo di chiarire chi sia il partito con il 'peso' maggiore: ''Non faccio appelli – chiarisce – chi ci sta ci sta''. Un avviso anche agli elettori a non fidarsi di una coalizione composta da Vendola-Di Pietro e Bersani:''Noi difendiamo la famiglia – avverte- con loro ci sono i matrimoni tra uomini e le coppie di fatto''.

Infine un'appello alla Lega Nord affinche' in vista delle elezioni amministrative torni sui suoi passi ed eviti, decidendo di correre da sola, di ''consegnare il Nord alla sinistra''. Gli echi di Alfano non restano inascoltati. Tant'e' che oltre al leader del Pd, arriva a stretto giro anche la risposta di Roberto Maroni. L'ex ministro dell'Interno mette in chiaro che le decisioni dei lumbard non cambiano: '' Alfano chiede alla Lega di allearsi con il Pdl alle amministrative per non far vincere la sinistra. Oh bella – ironizza l'esponente della Carroccio – ma non siete voi del Pdl alleati con la sinistra a Roma? Togliete il sostegno al governo Monti-dracula e (forse) ne riparleremo''.

I toni di Alfano pero' destano sospetti anche nel segretario del Pd: ''Sentendolo mi chiedo se siamo gia' in campagna elettorale. Nel caso ci tenga informati, vorremmo partecipare'', scrive su Twitter il leader Democrat. Ma e' sul terreno della riforma del Lavoro che Pier Luigi Bersani vuole far capire che il Partito democratico tiene alta la guarda. Dal palco di un'assemblea dei giovani del Pd sul precariato il segretario ne approfitta per fare chiarezza: la riforma del mercato del lavoro, spiega, non deve essere fatta per ''offrire un scalpo ai mercati''. Una presa di posizione ancora piu' netta e' quella sull'articolo 18: Non lo si usi – e' l'avvertimento – ''come lo straccio simbolico su cui dire quale sara' la direzione'', avverte delineando i confini di azione: ''Si potra' fare una manutenzione dell'articolo 18 e penso che le forze sociali siano disponibili, ma non mettiamo in mezzo obiettivi che non hanno senso e che non ci porterebbero a niente di buono''.

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