Alfano: “Blocco stipendi polizia risolto”. Ma sindacati: “Scioperiamo lo stesso”

Alfano promette: "Blocco stipendi forze dell'ordine sarà risolto"
Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, è intervenuto alla Festa dell’Udc a Chianciano Terme (Foto Ansa)

ROMA – Sul blocco stipendi delle forze dell’ordine il governo ha già pronta la soluzione. Lo ha promesso il ministro dell’Interno, Angelino Alfano che, intervenendo alla festa dell’Udc a Chianciano Terme, ha assicurato: “La decisione è presa. Il problema è risolto”. Ma ai sindacati autonomi le parole del ministro non sono bastate: “Considerate le mancate promesse del recente passato, a cominciare dalle analoghe dichiarazioni fatte queste estate assieme alla sua collega Pinotti, noi restiamo guardinghi e soprattutto mobilitati”.

I rappresentanti di Sap, Sappe, Sapaf e Conago confermano il presidio permanente a Piazza Montecitorio e l’astensione dal lavoro per tre ore il 23 settembre.

“Siamo dalla parte di quelle donne e di quegli uomini in divisa che ogni giorno difendono il nostro Paese e le nostre comunità – ha spiegato Alfano – Anche se hanno esagerato con i toni, non possono essere sacrificati ulteriormente”.

Il tentativo di stemperare i toni non è riuscito. Già il premier Matteo Renzi aveva voluto stemperare i toni, aprendo, il 9 settembre, sulla vertenza delle forze dell’ordine e dei militari:

“I denari per risolvere gli sblocchi dei salari e gli scatti – aveva spiegato il presidente del Consiglio – secondo i ministri già possono essere trovati”.

E anche lo stesso Alfano e il ministro della Difesa Pinotti erano già intervenuti con intenti risolutori. Ma la soluzione è tutt’altro che semplice da trovare. In gioco ci sono 800 milioni di euro: è la cifra che servirebbe per lo sblocco completo dei tetti salariali a partire dal 2015. Una cifra non agevole da reperire, considerato lo stato delle finanze pubbliche. Ma 200-300 milioni di euro sarebbero già stati individuati da Alfano e Pinotti nell’ambito dei bilanci dei rispettivi dicasteri.

I sindacati ed i Cocer però non ci stanno ad uno sblocco parziale. Tanto che proprio sabato hanno ribadito che se il governo non farà marcia indietro le organizzazioni che rappresentano queste categorie sono pronte a passare a “forme di protesta eclatanti, anche a uno sciopero bianco”, come ha spiegato Donato Capece, segretario generale del Sappe, il sindacato più rappresentativo della polizia penitenziaria, che parteciperà il 17 settembre all’incontro con le organizzazioni del comparto sicurezza e delle forze armate che Silvio Berlusconi ha convocato per “intervenire nei confronti del governo con una presa di posizione decisa”.

L’iniziativa, spiega Capece, è partita dai sindacati autonomi riuniti nella Consulta della sicurezza: oltre al Sappe, il Sap (Polizia di Stato), il Sapaf (Corpo Forestale) e il Conapo (Vigili del Fuoco). Sono stati loro, che per il 23 hanno organizzato una prima protesta con assemblee di tre ore nei luoghi di lavoro e la scelta simbolica di recarsi a donare il sangue, a chiedere incontri a tutti i partiti politici.

Il 16 settembre vedranno alla Camera rappresentanti del gruppo del movimento di Beppe Grillo, mentre l’incontro con Berlusconi avverrà dopo un faccia a faccia che c’è già stato con Maurizio Gasparri.

“Abbiamo parlato anche con il responsabile Sicurezza del Pd Emanuele Fiano, che ha aperto sulla possibilità di non applicare la proroga del blocco anche nel 2015, ma temiamo che si tratti di una dichiarazione personale. Ora aspettiamo la convocazione da parte del premier Renzi”, ha concluso Capece.

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