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La difesa di Papa: “Io, perseguitato dai miei ex colleghi magistrati”

di Elisa D'Alto |6 Luglio 2011 11:18

Alfonso Papa (Foto Lapresse)

ROMA – E’ arrivato il giorno dell’autodifesa per Alfonso Papa, il deputato del Pdl arriva nella Giunta per le autorizzazioni della Camera e spiega che tutta questa storia dell’inchiesta sulla P4 che lo coinvolge nasce da un astio profondo da parte dei suoi ex colleghi magistrati napoletani nei suoi confronti.

Intercettazioni, documenti, interrogatori, tutto smentito, secondo Papa, con una memoria difensiva. Nessuna fantomatica loggia, tutto nasce da una “bega” interna alla procura, semplici invidie tra magistrati. Il parlamentare ha detto ai componenti della Giunta di essere un ”perseguitato da una fazione dell’Unicost napoletana”. Secondo quanto riferiscono alcuni esponenti della Giunta, secondo Papa tutto avrebbe origine dal fatto che lui, quando era magistrato, aveva affiancato Agostino Cordova, prendendo posizione contro i sostituti che lo avversavano. L’indagine nei suoi confronti sarebbe dunque ”il frutto di persecuzione giudiziaria di un gruppo di magistrati tra cui De Magistris, Woodcock, Narducci e Curcio che lo avevano avversato all’epoca dei fatti”. Ora Papa sta raccontando ai colleghi deputati lo spaccato della vita associativa della magistratura napoletana da cui esce un quadro definito da alcuni componenti della Giunta ”assolutamente delegittimante”.

”L’intero procedimento è chiaramente frutto ”più che di un fumus, di un chiaro intento persecutorio, arricchito dal comportamento scorretto e interessato di alcuni co-indagati e di persone a questi legate da interessi di varia natura e da una campagna stampa sapientemente costruita per demonizzare e distruggere l’immagine del Papa come onorevole, come magistrato e come uomo”. Continua Papa, parlando rigorosamente in terza persona, nella memoria difensiva.

La manovra che sarebbe stata condotta dagli inquirenti contro Papa, si articolerebbe sostanzialmente in tre mosse. La prima sarebbe quella della ”strumentalizzazione giudiziaria di odi, rancori e gelosie presenti contro Papa nell’ambiente del distretto di Napoli ed assurte a procedimento penale”. La seconda azione ‘anti-Papa’, si sarebbe concretizzata con ”l’attuazione di modalità di indagine poste al di fuori di tutti i principi fissati dalla legge e dalle regole deontologiche, nonché con gravissima ed evidente violazione delle prerogative parlamentari”.

Ma i magistrati di Napoli, secondo Papa, avrebbero anche adottato ”un provvedimento sapientemente articolato, ma povero e apodittico sotto il profilo indiziario privo di effettività con riferimento ai presupposti della misura concessa, del tutto mancante dei presupposti di competenza territoriale, nota agli inquirenti e maliziosamente obliterata al fine di proseguire quella che più che una indagine appare come una vera e propria ‘caccia all’uomo”’. Il parlamentare lamenta anche il fatto di non essere stato interrogato dai magistrati di Napoli. E siccome Papa è anche incensurato, un provvedimento di custodia cautelare nei suoi confronti non sarebbe mai stato emesso se non si fosse trattato di un parlamentare e se ”non si fosse voluto chiaramente strumentalizzare tale sua qualità”.

L’audizione in Giunta proseguirà in serata ma la votazione finale potrebbe arrivare nei prossimi giorni.

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