Ambasciatori e diplomatici, spese tagliate, Federica Mogherini li mette a dieta

Ambasciatori e diplomatici, spese tagliate, Federica Mogherini li mette a dieta
Federica Mogherini, ministro degli Esteri (foto Lapresse)

ROMA – Ambasciatori nel mirino della sempre più folle demagogia dell’odio peronista del Governo dei descamisados guidato da Matteo Renzi. Federica Mogherini, neo ministro degli Esteri, vuole tagliare gli stipendi ai diplomatici italiani.

“Arriva il giro di vite alla Farnesina ridotti gli stipendi degli ambasciatori”,

avverte minaccioso Marco Ventura, sul Messaggero di Roma. E Alessandra Baduel, su Repubblica, mette in piazza gli

“stipendi d’oro e gli extra da capogiro”.

Il sogno della Mogherini sembra quello di ridurre i nostri diplomatici nelle condizioni dell’Unione sovietica, quando, per giustificare le note spese del ristorante, i diplomatici invitavano a cena i giornalisti italiani e li trasformavano in spie inconsapevoli che si vendevano all’Urss per un piatto di spaghetti.

I diplomatici italiani sono spesso inutili e incapaci, come dimostra la vicenda dei marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, frutto della azione combinata di un ex ambasciatore diventato ministro degli Esteri, Giulio Terzi e del suo inviato speciale, Staffan De Mistura.

Ma non è umiliandoli e facendoli vivere più modestamente che si risolverà il problema della diplomazia italiana.

Invece di affrontare i criteri di selezione e di carriera dei diplomatici e quello più complessivo delle faraoniche spese per consulenze inutili e missioni ancor più inutili che gravano sul palazzo della Farnesina, al Foro Italico di Roma, dove ha sede il Ministero degli Esteri.

Non è tagliando le loro spese che si avrà un corpo diplomatico migliore. O lo si smantella o lo si fa lavorare, cosa che spesso non appare molto attrattiva, visto che passano forse più tempo a Roma a far flanella al Ministero per curarsi i rapporti che non sul campo a fare il loro lavoro.

Spesso nei periodi di vacanze canoniche tipo Natale e Capodanno ci sono ambasciate “minori” chiuse proprio con il lucchetto. Ma allora meglio chiudere l’ambasciata che “sforbiciare”, come scrive Marco Ventura, per risparmiare un centinaio di milioni di euro sommati in tre anni su un budget annuo miliardario della Farnesina.

Una umiliazione voluta, che ha il sapore delle orecchie d’asino ai professori durante la Rivoluzione culturale in Cina. Lo sfregio, per compiacere la plebe.

La sforbiciata di Federica Mogherini,

“per incontrare i desiderata del commissario alla spending review Carlo Cottarelli, prevede risparmi per 16 milioni di euro nel 2014, 42 nel 2015 e 52 nel 2016. Totale 110 milioni. Nel mirino, almeno nelle intenzioni, gli stipendi di consiglieri, ministri plenipotenziari e ambasciatori. Ma non la parte fissa che guadagnano in Italia, piuttosto gli ulteriori introiti quando si trovano all’estero, quelli che sotto forma di forfait vanno a coprire le spese in più che devono sostenere quando vivono all’estero”.

La cronaca di Marco Ventura ha toni surreali, non per sua colpa ma per il linguaggio della Mogherini:

“È in quel forfait che si annidano i privilegi e a quello allude in linguaggio neanche troppo diplomatico la Mogherini: «L’attuale indennità di servizio all’estero, l’ISE, che pure ha finora consentito risparmi significativi dei costi di gestione e amministrazione, richiede una profonda revisione a causa della non facile leggibilità connaturata al suo carattere onnicomprensivo, che presta il fianco a frequenti strumentalizzazioni».

“In pratica, spetta oggi alla correttezza e signorilità dei singoli diplomatici, dal giovane consigliere all’ambasciatore di rango, attingere a quel tesoretto in misura adeguata o stringere la cinghia e trarne un vantaggio.

“Il ministro promette di ispirarsi nella sforbiciata (già preparata ai tempi di Emma Bonino) «ai modelli dei servizi occidentali, ma senza una trasposizione pura e semplice, che costerebbe di più all’Erario rispetto ai costi attuali in ragione dei rimborsi da prevedere e della macchina amministrativa necessaria per gestire il nuovo sistema».

Quello che segue, dà l’idea della beffa:

“La proposta prevede lo scorporo delle spese di rappresentanza dall’ISE, con taglio complessivo del 20 per cento e il trasferimento nel capitolo «spese di funzionamento delle sedi». La decisione sarebbe quella di «chiamare le cose con nome e cognome». Gli ambasciatori percepiranno lo stipendio, più le spese vive.

“Secondo passo, una riforma organica del trattamento economico all’estero attraverso un disegno di legge da approvare entro settembre. La Mogherini usa toni da concertazione diplomatica, garantendo «un equo incentivo alla preferenza qualificata all’estero e il rimborso delle spese inerenti». Non sia mai che i diplomatici puntino a restare a Roma non essendo più conveniente andar fuori. La Farnesina, sottolinea il ministro, «continua a essere tra le amministrazioni meno costose in termini nazionali (0,2 per cento del bilancio dello Stato e 0,1 del PIL) e internazionali, e comunque ha già contribuito alla revisione della spesa pubblica col taglio di un quinto del personale diplomatico. Rispetto al 2008, il bilancio è stato ridotto di un quarto passando da 2,5 miliardi di euro a 1,8 miliardi”.

Ma questo non appare merito della Mogherini, ma di chi l’ha preceduta, Franco Frattini, Giulio Terzi e Emma Bonino, anche se molto, sullo sfoltimento delle poltrone, c’è ancora da fare.

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