Amministrative 2011: le pagelle di Dagospia

Berlusconi (Lapresse)

Giocata la partita delle elezioni amministrative, dopo aver visto attentamente il tabellino dei marcatori, degli ammoniti, degli espulsi e degli spettatori, è il momento delle pagelle. Vi proponiamo i voti di Dagospia:

BERLUSCONI SILVIO. 3 DI INCORAGGIAMENTO.
Si è speso, ma forse il suo “primo anello”, compresa maga Ghisleri, non ha avuto il coraggio di dirgli che non incanta più nè a Napoli e nè a Milano. A Bonaiuti Paolo era stato riferito giovedì scorso, prima del corto circuito sull’auto rubata o non rubata di Pisapia giovane, che Mestizia M. era sotto di quattro punti. Ma non si può parlare di sondaggi negativi a Silvio B, il quale immediatamente aveva ribattuto con sondaggi freschi di maga Ghisleri che, ovviamente davano suor mestizia oltre il 50 per cento.  E poi: si può essere moderati sullo scudetto del Milan e guerrafondai in zona cesarini su Pisapia, si può non parlare mai di economia e lavoro ma solo di comunisti e giudici con il risultato di farli materializzare nei seggi? La vita è sogno, il tempo un’illusione ma intanto passa e se ne accorgono le olgettine e gli elettori.

BERSANI PIERLUIGI. 6 POLITICO.
Buon difensore, gioca di rimessa senza infamia e senza lode. Ha beneficiato del fatto di non comparire quasi mai sui giornali nelle due settimane precedenti al voto e questo gli ha giovato perché non ha fatto troppi danni. Sta studiando il contropiede su vecchi filmati d’epoca di Helenio Herrera consigliati da Milly Moratti all’insaputa della cognata.

BOSSI UMBERTO. 4 PER FIUTO APPANNATO E OLFATTO DISATTIVATO.
Delle due, l’una: o è consapevole che la pancia della Lega è contro Silvio B. e contro la politica dei vertici della Lega stessa (vedi risultati in Provincia, oltre che a Milano) ma non ha voluto o potuto intervenire, oppure la batosta è stata una sorpresa anche per lui. Il che è ancora peggio, significa che gli immigrati molto ben inseriti a Milano ormai lo conservano solo come una vecchia gloria che fa tanto folklore locale, sia pure padano.

TERZO POLO. 4, COME LE SUE PERCENTUALI
Il voto è la media tra Fini che prende 2 come le sue percentuali (ma che diviso per due con Bocchino fa 1) e Casini che prende meno di 6 perché l’Udc senza i siciliani sembra ancora esistere, ma non sfonda perché si tratta ormai di un orticello: senza qualcosa come una grande costituente dei moderati (gli amici di Calta papà) e senza mettere in gioco il suo posto nel partitino di casa, non va lontano.
A Urso e Ronchi un 3 di incoraggiamento: o tornano subito all’ovile di Silvio B. o si allineano velocemente a Bocchino. Nell’un caso e nell’altro, rischi enormi: se tornano sulla nave che affonda saranno leali con se stessi e con Silvio B. ma stupidini. Se restano dove sono saranno utili solo a giustificare la presenza politica del suddetto Bocchino.

Gestione cookie