Angelino Alfano prova a ricompattare il Pdl: “La manovra non è vangelo”

di Elisa D'Alto
Pubblicato il 22 Ottobre 2013 - 10:23 OLTRE 6 MESI FA
Camera - Elezione Presidente della Repubblica Italiana

Angelino Alfano

ROMA – Continuare al appoggiare il governo Letta o seguire Berlusconi sulla via dei toni ultimativi? La frattura che il segretario Pdl Angelino Alfano si trova ad affrontare è tutta qui.

Alfano prova, il giorno dopo la lettera dei 24 senatori filogovernativi,  a mettere una momentanea toppa: scissione nel Pdl? ”Finora ne hanno parlato solo i giornali e io non ho mai pronunciato questa parola. Lavorerò per l’unità intorno a Berlusconi e questo è un intendimento di tantissimi di noi”.

”Il ‘ventennio’ di Berlusconi – ha poi aggiunto – non è affatto finito perché sono gli elettori a dover stabilire se questo ciclo è finito. Silvio Berlusconi è ancora il leader più votato nel nostro Paese”.

La frattura è ormai palese nel Pdl. La querelle è iniziata con una presa di posizione della senatrice Bonfrisco contro la “colomba” Gaetano Quagliariello. Il motivo, sempre la legge di stabilità, giudicata troppo timida. Ma la cosa non passa inosservata e 24 senatori Pdl scrivono una lettera in cui chiedono, in sostanza, di smetterla con gli attacchi al Pdl da parte di membri dello stesso partito. La lettera apre un ulteriore scontro nel momento più teso, molti quotidiani ormai parlano di “Pdl allo sbando”.

L’ala dei falchi è quella che freme di più, è proprio a loro che Alfano sembra rivolgersi quando dice: ”La legge di stabilità non è il quinto Vangelo e ci sono grandi margini in Parlamento per intervenire. Nella legge di stabilità ci sono – ha aggiunto il vicepremier – luci ed ombre, ma serve un approccio costruttivo perché chi dice solo che non va bene vuol dire che intende far cadere il governo”.