ROMA – “La fiducia del Parlamento è decisiva per il prosieguo del mio mandato, se è venuta meno la stima istituzionale non esiterò a fare un passo indietro”: così il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri ha concluso i suoi discorsi al Senato e alla Camera, nei quali si è difesa dalle accuse di indebite intromissioni nella scarcerazione di Giulia Ligresti rivoltegli dopo la pubblicazione sui giornali della sua telefonata a Gabriella Fragni, moglie di Salvatore Ligresti.
“Considero la fiducia del Parlamento decisiva per il prosieguo del mio mandato”: se, dunque, “capisco che è venuta meno o si è incrinata la stima istituzionale su cui deve fondarsi il mandato ministeriale”, allora “non voglio essere d’intralcio e pertanto non esiterò a fare un passo indietro”.
“Sono sinceramente rammaricata e addolorata” per questa vicenda. E ho “agito nello stesso modo in cui mi sono comportata in tutti gli altri casi. Spero che emerga l’uniformità e la coerenza della mia condotta. Sono stata me stessa in tutti i momenti”.
Nella telefonata con Gabriella Fragni “esprimevo un sentimento di vicinanza e mi rendo conto che qualche espressione possa aver ingenerato dubbi, mi dispiace e mi rammarico di avere fatto prevalere i miei sentimenti sul distacco che il ruolo del ministro mi dovevano imporre”, ma “mai ho derogato dal mio dovere”.
“Sono stata e sono amica di Antonino Ligresti”: ma “in nessun modo la mia carriera è stata influenzata da rapporti personali” con questi o con altri. Il ministro ha poi spiegato che il medico del carcere di Vercelli il 12 agosto aveva segnalato la gravità del caso di Giulia Ligresti e il 14 lo segnalò alla procura. “Le mie segnalazioni, invece, sono del 19, cinque giorni dopo”.
“E’ difficile essere vicino a tutti come si vorrebbe”. In ogni caso le segnalazioni possono arrivare in “qualunque modo”, sia dal carcere sia dall’esterno, dal Dap o da familiari, associazioni e singoli parlamentari. “Spesso di queste segnalazioni – ha aggiunto – mi faccio carico personalmente in un colloquio quotidiano con l’amministrazione penitenziaria”.
“Ogni vita che si spegne in detenzione è una sconfitta per lo Stato e per il sistema carcerario. Io ne sento il peso e per questo ho dedicato parte rilevante mio impegno al problema carcere”.
Il discorso della Cancellieri è stato accolto da un lungo applauso dell’aula di Palazzo Madama: è la reazione unanime di Pd, Pdl e Scelta Civica. Hanno applaudito anche il premier Enrico Letta e i ministri dai banchi del governo. Braccia incrociate invece per M5S e Lega, che accolgono con freddezza le parole del ministro della Giustizia.
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