Antonio Di Pietro: “Stavo per diventare prete, forse sarei stato più utile che da magistrato…”

Antonio Di Pietro: "Stavo per diventare prete, forse sarei stato più utile che da magistrato..."
Antonio Di Pietro: “Stavo per diventare prete, forse sarei stato più utile che da magistrato…”

ROMA – Antonio Di Pietro da ragazzo voleva diventare prete e lo racconta ai microfoni di Radio Cusano Campus. La “vocazione” della magistratura però ha vinto sul richiamo spirituale, ma dopo anni si chiede se non fosse stato più utile in qualche missione cattolica che rispetto a quanto fatto da magistrato.

Intervistato da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori della trasmissione radiofonica ECG di Radio Cusano Campus, Di Pietro racconta di quando era bambino e i genitori lo iscrissero in seminari. Lui voleva diventare prete, ma poi ha scelto la toga al posto della tonaca, mentre la sorella ha proseguito ed è diventata una suora:

“Io ero in seminario, quando ho lasciato la campagna a dieci anni i miei genitori mi hanno fatto fare il seminarista, avrei dovuto fare il prete. Ho fatto tre anni il seminarista, poi invece della tonaca ho deciso di mettermi la toga. Per un periodo della mia vita ho pensato che sarei diventato sacerdote, ne vado orgoglioso, in quel periodo ho imparato a rispettare le regole. Poi ho cambiato strada perché diventando adolescente ho iniziato a sentire altri istinti. Mia sorella ha fatto la suora. Era una tradizione familiare quella di mandare alcuni propri figli a servire la Chiesa. Da confessore sarei stato duro come lo ero da Pm? Beh, in chiesa si chiede perdono per i propri peccati, da pm è diverso. Chissà, magari facendo il prete avrei fatto qualcosa di più utile rispetto a quanto fatto da magistrato, magari in qualche missione. Mi è sempre rimasta questa voglia di vivere in collettività”.

Parlando delle primarie del Pd, Antonio Di Pietro spiega di condividere il progetto di Michele Emiliano ma che se si continuerà a parlare il vincitore sarà Matteo Renzi:

“Meno se ne parla, più vince Renzi. Questo è il problema. Il concetto di fondo è questo, non si vuole parlare di primarie Pd perché non partono tutti dallo stesso punto. Io condivido Emiliano, la ritengo una persona che può riportare il Pd al progetto dell’Ulivo che avevamo un tempo, lo considero uno che non si piega alle convenienze del caso. Non c’è il giusto rapporto di forze nel dare la possibilità ai cittadini di decidere chi scegliere e perché. In Lombardia non è nemmeno possibile votare per Emiliano in diversi collegi perché non l’hanno ammesso. E’ inutile che Renzi vinca giocando sul formalismo. Io abito in provincia di Bergamo e ancora non so se posso andare a votare per Emiliano o meno.Si è rotto una gamba Emiliano, che colpa ne ha? Capita a tutti, dategli un mese di tempo in più, come fa a fare la campagna elettorale? Renzi sa che ha un vantaggio, per questo cerca di tenere basso il tono di discussione sulle primarie. Le solite furbate all’amatriciana”.

 

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