Antonio Razzi non cambia idea e, dopo la lettera con cui giovedì ha annunciato il divorzio dall’Idv, in un’intervista al Corriere della Sera, ribadisce interamente la sua posizione. Continuando a mescolare personale e politico.
”Mia moglie si è ammalata per i problemi che avevo nell’Idv” ribadisce il deputato che accusa il suo ex leader: ”Come mai, tu, Di Pietro non mi hai mai calcolato? Perché ho aspettato mesi negli uffici dell’Idv per far passare le mie proposte sul bollino di qualità per i prodotti italiani o per il bollino sul passaporto?”
Razzi non nega che voterà la fiducia al governo e si definisce ”uno che va d’accordo con tutti, destra o sinistra”. ”Se una cosa è a favore della gente e degli emigrati – dice – io l’appoggio”. L’ex esponente dell’Idv afferma di essere sempre stato leale nei confronti del partito ”e mia moglie lo sa, che ci è finita due volte in ospedale perché lui mi odiava”. Il deputato, però, non entra nei dettagli della malattia della moglie e non corregge neppure la gaffe del giorno prima, quando ha attribuito il “lancio della stampella” a Pietro Micca invece che ad Enrico Toti.
Il presunto astio, secondo Razzi, sarebbe nato nel 2008, quando è stato rieletto, passando da 27mila voti a 42mila. Quanto alle trattative che sarebbero in corso in Parlamento, in vista della fiducia al governo, il deputato smentisce di aver ricevuto offerte. ”Non ho ricevuto e non voglio niente – conclude – perché non mi voglio legare”.
Quanto alla fiducia, il neo deputato di Noi Sud conferma in sostanza il suo sì: ”Sul voto di fiducia mi rimetto alle decisioni del mio gruppo, Noi Sud. Decideremo lunedì’. Ma la mia opinione, da operaio, e’ che andare alle urne sarebbe ridare un dispiacere a tutti gli italiani”. ”Perché – continua Razzi – andare alle urne costa un miliardo e mezzo. E lo pagano tutti i cittadini. Mica pagano Berlusconi, o Bersani, o Di Pietro o i segretari di partito. Lo pagano i cittadini. Meglio trovare una soluzione in Parlamento”.
I commenti sono chiusi.