Api, Rutelli progetta il nuovo polo: “Può volare oltre il 20%”

”Il terzo polo, il nuovo polo, la risposta alternativa”, comunque lo si voglia chiamare, ”può volare sopra il 20%”. Francesco Rutelli galvanizza i militanti dell’Alleanza per l’Italia, riuniti questa mattina in un casale sulla Tiburtina, alla periferia di Roma, per la Festa regionale delle adesioni del Lazio. ”Nell’analisi politica abbiamo visto giusto”, rivendica a più riprese il senatore. E indica i segnali del fallimento del bipolarismo (”che ha portato al trionfo degli estremi”, Bossi e Di Pietro), con la sinistra che ”da sola non ce la fa” e la destra che ”è in picchiata”.

L’Api può trovare il suo spazio, insomma, dentro un ”nuovo polo” che unisca ”le forze democratiche, popolari, liberali che vogliono fare le riforme” e attiri a sè quella ”maggioranza silenziosa di chi oggi non vota”. Parla chiaro ai suoi, Rutelli. ”Avviamo le adesioni in tutta Italia (si chiuderanno il 30 novembre) per testimoniare il radicamento sul territorio, che cresce incessantemente, di un partito che vuole avere la giusta considerazione quando crea alleanze con altri”, spiega.

I due parlamentari (Massimo Calearo e Bruno Cesario), che non hanno resistito alle ”sirene del berlusconismo” e hanno abbandonato l’Api? ”Laddove qualcuno se ne va, ne arrivano molti altri”, assicura l’ex ministro. Rutelli dice ai militanti arrivati da tutto il Lazio, che a un anno dalla fondazione l’Api ha ben ”chiaro dove andiamo”. Anche in termini elettorali: ”E’ come nel momento magico della Margherita, quando i sondaggi ci davano al 6% e poi siamo andati al 14% (nel 2001, ndr). Ora il nuovo polo lo danno al 12%, ma può volare sopra il 20%”. Ma chi ci sarà in quel polo? Rutelli non fa nomi. Ma il dialogo aperto con l’Udc di Casini non e’ un mistero.

E l’ex sindaco di Roma non nasconde un ”avvicinamento tra le rispettive posizioni” con l’ex sfidante Gianfranco Fini (”ha compiuto un cambiamento reale”). Quanto al Pd, l’ex leader della Margherita rivendica di averci ”azzeccato” quando aveva previsto che ”si sarebbe trovato in una posizione sempre più minoritaria”. Come può del resto, chiede Rutelli, avere una vocazione maggioritaria un partito che su temi come l’immigrazione sembra impossibilitato ”a trovare una linea netta da presentare agli italiani?”.

Una piccola polemica nasce infine nel Lazio, dove il leader dell’Api attacca la gestione di Renata Polverini (”non ce la fa a governare”) e riceve la risposta piccata di diversi esponenti del Pdl. ”Rutelli dimentica la tragica eredità lasciata dalla giunta Marrazzo” nella sanità, dice Fabrizio Cicchitto. E il senatore Domenico Gramazio, con una battuta: l’Api ”i suoi elettori li può anche convocare in una cabina telefonica”.

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