Appalti per l’eolico, Verdini (Pdl) si difende: “Contro di me fango e menzogne”

Pubblicato il 10 Luglio 2010 - 17:38 OLTRE 6 MESI FA

Denis Verdini

Si difende Denis Verdini dopo l’ultimo scandalo sugli appalti legati all’eolico in Sardegna, e per farlo usa le stesse parole usate mesi fa da Guido Bertolaso, nell’ambito dell’inchiesta sul G8 alla Maddalena: “Contro di me solo fango”.

”Mi trovo mio malgrado trascinato in mezzo a uno tsunami mediatico-giudiziario di violenza inaudita, senza nessuna possibilità di potermi difendere compiutamente da una serie di ricostruzioni che definire fantasiose costituisce un eufemismo”, dice il coordinatore nazionale del Pdl, Denis Verdini lamentando ”il fiume di fango” che gli si e’ abbattuto contro e sottolineando di aver ”perfino appreso da un quotidiano di essere indagato come membro di un’associazione segreta di cui non sono mai stato a conoscenza e di cui, conseguentemente, non ho mai fatto, né faccio, parte”.

Spiega Verdini: ”mi sono state portate una o due volte a casa mia (e non otto come scrive un altro quotidiano) tutte insieme le tre persone arrestate ai sensi della legge Anselmi (quella ha disciplinato lo scioglimento dell’associazione segreta P2, ndr), e in quelle occasioni non si è mai parlato né del lodo Alfano, né di pressioni sul Csm o sulla Cassazione, né di candidature alla presidenza della Campania, né di qualsiasi fatto che abbia rilevanza penale, a cominciare proprio da questa fantomatica organizzazione segreta”.

”Ancora oggi – prosegue Verdini – alcuni quotidiani continuano a parlare della banca che presiedo e di un fiume illecito di denaro (chi 8 milioni di euro, chi 4) depositati, transitati o negoziati presso il Credito cooperativo fiorentino. Notizia smentita più volte da me e dalla banca stessa, in quanto completamente falsa. Peraltro, la stessa ordinanza del gip di Roma conferma, come da indagini svolte presso il Ccf e il Giornale della Toscana, che sono stati fatti regolari versamenti con assegni circolari in più rate per complessivi 800mila euro, che servivano alla ricapitalizzazione della società che edita il quotidiano. Un’operazione del tutto trasparente, che nulla ha a che vedere con le calunniose illazioni riportate dalla stampa”.

”Sono pronto a chiarire tutto davanti ai magistrati, quando riterranno opportuno convocarmi, nella speranza, probabilmente vana, che questo stillicidio di notizie in aperta violazione del segreto istruttorio cessi, che la verità venga finalmente acclarata, e che s’interrompa questo incredibile fiume di fango e di menzogne che viene quotidianamente riversato sulla mia onorabilità di uomo e di politico”.