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Appalti, Raffaele Cantone: “Legge da rifare”. Renzi: “Via a calci chi ruba”

di Maria Elena Perrero |7 Giugno 2014 20:41

Raffaele Cantone (Foto Lapresse)

NAPOLI – Appalti: in Italia “c’è una situazione paradossale, la legge è da rifare”. A dirlo è Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione.

“La legge sugli appalti, con tutti i suoi formalismi, si applica solo per i piccoli, perché sui grandi si va in deroga”. Invece ”è possibile avere una legge che regoli tutto senza deroghe”, dice Cantone. ”Le deroghe consentono anche una discrezionalità a 360 gradi, senza neanche giustificare perché si fanno delle procedure, dando delle consulenze a chi vuoi”.

Sullo stesso tema ha parlato anche Matteo Renzi: “Se c’è nel Pd chi ruba va a casa a calci nel sedere, esattamente come chi è negli altri partiti”.

“NON HO POTERI SALVIFICI” – “Non c’è qualcuno che abbia poteri salvifici né che abbia la bacchetta magica”, ha detto il presidente dell’Autorità anticorruzione replicando a chi lo ha chiamato ”San Cantone”. ”La corruzione esiste in tutti gli Stati occidentali ed è molto difficile da prevenire”. Secondo Cantone l’azione di contrasto alla corruzione

“è molto più difficile di quella alla camorra” perché ”spesso gli appalti truccati, sul fronte del rispetto formale delle regole, sono perfetti, costruiti spesso con una sorta di vestito cucito per quell’imprenditore”.

PRESCRIZIONE – ”La prescrizione? Va sì modificata ma non abolita perché è una norma di civiltà”. Per Cantone è necessario rivedere i tempi della prescrizione, evitando che con tattiche dilatorie alcuni reati possano rimanere impuniti.

MOSE DI VENEZIA – Cantone ha sottolineato che quello che sta emergendo dall‘inchiesta del Mose ”è un sistema che era rodato a 360 gradi e del quale facevano parte politici, magistrati contabili, esponenti delle forze dell’ordine e così via”. Un sistema strutturato, a suo giudizio, ”per far sì che la corruzione fosse quasi fisiologica”.

EXPO DI MILANO – Il tipo di controllo sulle opere dell’Expo di Milano ”non lo può stabilire l’Autorità”.

DASPO AI POLITICI CORROTTI – “Renzi ha fatto una affermazione, e quelle affermazioni si devono tradurre in norme giuridiche”: così Cantone ha risposto ad una domanda sul ‘daspo’ annunciato dal premier Renzi per chi commette reati di corruzione. Cantone, parlando durante ‘Repubblica delle idee’, ha smentito l’esistenza di un contrasto, in proposito, con il presidente del Consiglio.

FALSO IN BILANCIO – ”Bisogna dire la verità: la riforma del falso in bilancio è stata voluta da alcuni pezzi dell’imprenditoria italiana. Non è stato solo Berlusconi. Ora è troppo comodo prendersela solo con la politica”, ha aggiunto Cantone perché ”la politica è stato il braccio e c’è chi ha fatto festa quando il falso in bilancio è stato depenalizzato”. A giudizio di Cantone è necessario ripristinare il reato del falso ritenendo che ”la pena massima di cinque anni sia equa”, laddove rende una diversa immagine dello stato finanziario della società traendo ”in inganno i soci e gli amministratori”.

CAMORRA – ”Il pentimento di Iovine è stato un grande successo”, ha detto Cantone, che in passato è stato pubblico ministero alla Dda di Napoli. ”Iovine non era il rappresentante di quei casalesi che andavano a fare le estorsioni ma di quelli che rappresentavano l’ala imprenditoriale”, ha aggiunto. Il suo pentimento, a giudizio di Cantone, ”potrebbe aprire uno squarcio su quello cui, quando fai le indagini con i pentiti minori o con le intercettazioni, non arrivi mai. Perché intercetti il boss ma il politico o il grosso imprenditore colluso non lo intercetti quasi mai”.

MATTEO RENZI – Sempre da Napoli ha parlato anche il presidente del Congilio, Matteo Renzi, che dice: “Nel caso della corruzione quello che abbiamo da dire lo diremo senza preoccuparci delle ripercussioni sui nostri. Se c’è nel Pd chi ruba va a casa a calci nel sedere, esattamente come chi è negli altri partiti. Non c’è Pd e non Pd. Ci sono ladri e non ladri”. Davanti agli scandali e agli episodi di corruzione “l’esercito delle persone perbene non può solo indignarsi, non basta più. L’esercito delle persone perbene cambierà questo Paese”.

DECRETO ANTI-CORRUZIONE – Il premier ha ammesso che “è fuori dalla storia negare la responsabilità della politica, anche per la mia parte politica” e ha annunciato un provvedimento ad hoc contro la corruzione venerdì in Consiglio dei ministri.

“Sono 20 anni che diamo i super poteri e sono 20 anni che la corruzione cresce. Noi siamo abituati a intervenire con decreti di emergenza, più dettati da ansia che da altro. Poi scopriamo che abbiamo fatto un sacco di regole in più, ma il problema non sono regole ma chi le rispetta”.

 

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