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Appalti,conti in rosso e viaggi di lusso: la finanza malata delle “aziende partecipate”

di luiss_vcontursi |9 Agosto 2010 13:15

Buchi da milioni di euro, nomine fantasma, direttori pagati profumatamente, spese di lusso messe in conto ai comuni. E’ la realtà delle aziende “municipalizzate”, partecipate e controllate dai comuni. Ovvero di aziende in parte sostenute finanziariamente  e controllate dal comune, a cui vengono affidati determinati servizi e che, puntualmente, chiudono i conti annuali in rosso. E’ la finanza “allegra” e malata degli enti locali che non accenna a placarsi ma che, anzi, aumenta di anno in anno. Una realtà che abbraccia tutta la penisola italiana, dal nord al sud. Secondo il rapporto Unioncamere, il 78% delle società partecipate e controllate dagli enti locali risiede al Centro Nord e la loro situazione economica non è delle migliori: il loro patrimonio netto era pari all’85% dei debiti nel 2003, nel 2007 copriva solo il 65,7%. Di fatto il 40% di queste società chiude in rosso e il 22%, fra il 2005 e il 2007 non ha prodotto un euro di utile.

Come documenta un’inchiesta di “La Repubblica”, c’è il caso dell’Atac a Roma (la controllata dal comune che si occupa dei trasporti pubblici) che prevede per il 2010 una gestione in rosso per 172 milioni di euro, c’è l’Amia di Palermo, oggi commissariata, che avrebbe dovuto smaltire i rifiuti ma che, invece di raccogliere immondizia, pensava a far pagare al comune 24 “missioni” a Dubai con cene a base d’aragosta e sponsorizzazioni a locali gare di off-shore. Solo due esempi per documentare un panorama ben  più ampio. E sempre in crescita.

Sfogliando i documenti della trasparenza della pubblica amministrazione, infatti, si scopre che nel 2009 i comuni si avvalevano di ben 7.106 aziende partecipate, il 5% in più rispetto all’anno precedente. Una crescita che non ha nessuna ricaduta sulla diminuzione dei prezzi dei servizi. Anzi. Secondo Unioncamere nel decennio che va dal 1996 al 2006 le tariffe dei servizi pubblici sono anche aumentate del 40%.

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