Appoggio esterno, Monti, Dini, urne, fascisti: Pdl si scopre a brandelli

(Foto LaPresse)

ROMA – Gli ex An per il voto, i malpancisti per il governo Monti, come la corrente di Claudio Scajola e quella di Beppe Pisanu. E ancora: Silvio Berlusconi che preferirebbe le urne ma “i mercati non aspettano”, e gli ex ministri (Franco Frattini su tutti) che sperano in un governo Monti che li possa in qualche modo riconfermare. Infine altri ex sottosegretari, come Carlo Giovanardi, che definiscono “colpo di Stato” un governo tecnico.

Il Pdl si scopre improvvisamente lacerato in tante correnti. Forse non sono ancora le 17 del Pd ma la sostanza è simile: le dimissioni di Berlusconi, da sempre vera forza centripeta del partito, producono uno scollamento improvviso che dà la sensazione di essere solo all’inizio.

L’ultima polemica, in ordine di tempo, è quella di Frattini, il ministro che di “alle urne alle urne!” non vuol sentir parlare: “È bastato che crollasse tutto che questi fascisti sono tornati fuori: già ci hanno fatto rompere con Fini, e adesso provano di nuovo a mandare tutto all’aria…”. La Russa, uno dei destinatari della frecciata di Frattini, si fa perfido: “Frate chi? Frate chi? Non lo conosco, chi è un militante del Manifesto?”.

A provare a tenere insieme i pezzi è il segretario Angelino Alfano, alle prese con una situazione che minaccia costantemente di sfuggire di mano. Il nuovo leader minimizza:  “Non siamo lacerati, stiamo solo discutendo”. Su cosa? Le soluzioni per uscire dall’impasse in questo momento sono due. La prima è quella dell’appoggio esterno al Governo Monti. E’ una soluzione, questa, che eviterebbe la rottura con la Lega che ha già annunciato che in ogni caso sarà all’opposizione.

Altra ipotesi, oggettivamente più complessa visto che se non formalmente, de facto Monti è già al lavoro, è quello di spingere per un governo guidato da un altro, più vicino al centro destra.  Il nome è quello di Lamberto Dini, uomo su cui arriverebbe anche il sì di Umberto Bossi.  Infine c’è la proposta di Ignazio La Russa, che sembra finalmente essersi rassegnato al voto immediato, quella di un governo a tempo determinato, fino al 2012. A parte del Pdl piace. Ma chi può dire quando finirà l’emergenza?

 

 

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