Archiviazione per la casa di An. Storace: “la legge cambia città, ma noi non ci fermiamo”

Francesco Storace

ROMA – ”Dice il mio portiere che la legge è uguale per tutti. Ma credo che stia cambiando città, regione, paese”. Lo scrive Francesco Storace segretario nazionale de La Destra riferendosi alla vicenda che ha visto l’archiviazione del fascicolo sulla casa di Montecarlo donata dalla Contessa Colleoni per ”la giusta battaglia” al Partito.

”Spero di non dovermi beccare la solita querela dagli incriticabili giudici di questo paese – scrive il segretario de La Destra – ma è davvero da lasciare senza fiato la sentenza del gip Figliolia sulla casa di Montecarlo: archivio. E’ lì che finisce una storia che ha indignato tutti tranne i faziosi. Da oggi, 14 marzo, si stabilisce che non è reato vendere sottocosto il bene di un’associazione che si presiede, qual è un partito. Si stabilisce che è normale che un partito venda a società offshore un bene che possiede frutto di una donazione. Si stabilisce che è inutile frignare se quel bene, donato per ‘la buona battaglia’ finisce nella disponibilità del cognato di chi guida il partito”. ”Tutto questo non lo si può ufficialmente chiamare vergogna, altrimenti arriva la querela, come predica Ingroia. Lo chiameremo Andrea, ma non cambia poi molto. Abbiamo un giudizio molto negativo sulla sentenza. Almeno questo lo si può dire, signor giudice?”.

”Ovviamente non ci fermiamo. C’è la Cassazione, c’è la sede civile, molte sono le sedi giurisdizionali dove far valere le ragioni di una comunità che non si arrende. In ultima analisi, sia maledetto quel bene e chi lo detiene abusivamente. E chi glielo ha regalato, alla faccia di ventisette ragazzi morti ammazzati. E’ alle loro famiglie che Gianfranco Fini deve chiedere scusa. Quello che è successo può sfuggire alla legge, ma non alla morale, all’etica, alla politica. E’ grave, grave, grave. Reagiremo, eccome se reagiremo”. Storace aggiunge un post scriptum: ”Se Berlusconi telefona in questura va a giudizio immediato per concussione. Se un dirigente Rai, Guido Paglia, denuncia ai giornali che Fini lo ha chiamato per pretendere appalti (soldi nostri) in Rai in favore della suocera, non lo è?’.

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