Da Arcore a Casoria: la via crucis elettorale di Berlusconi

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foto Lapresse

ROMA – Al primo turno hanno girato e rigirato i numeri. Di aver vinto non potevano dirlo, però, gonfiando qua e sgonfiando là, si poteva provare a giocare la carta del pareggio. Poi c’era la teoria del “mal comune mezzo gaudio”, quella espressa da più di un portavoce della maggioranza con la formula: “Se noi non ridiamo il Pd deve piangere”.

I ballottaggi, invece, non sono interpretabili: per il centrodestra è un bagno di sangue, una sconfitta netta sia in termini di città perse sia in termini di percentuali. Il centrodestra perde dopo un ventennio Milano e Cagliari e non riesce a prendersi Napoli nonostante “munnezza”, Bassolino e Iervolino. Alla fine è costretto ad ammettere la disfatta anche Silvio Berlusconi. A spoglio finito rimane in silenzio per qualche ora, poi affida ad una nota la sua analisi: “Abbiamo perso, è evidente. Ma ad ogni sconfitta triplico le forze”.

Le forze ci saranno pure, ma mancano i voti. Ne mancano tanti. Al di là dei grandi centri, però, c’è un voto amministrativo locale che punisce il Pdl in luoghi impensabili alla vigilia. Berlusconi perde nelle sue due case: di Milano si è detto. Colpisce però soprattutto Arcore, cittadina di 17 mila anime, che, nel mondo, è proprio emblema del premier e della sua Villa San Martino. Ebbene nella Arcore delle cene e del bunga bunga, la “nemesi” è una donna di sinistra, Rosalba Colombo vincitrice al ballottaggio sul candidato di centrodestra.

Un risultato tra i più importanti è che anche Trieste, città intrinsecamente e storicamente di destra, torna a sinistra, dopo dieci anni di amministrazione di destra guidata da Roberto di Piazza. Al ballottaggio, il 57% degli elettori ha infatti scelto Roberto Cosolini.

Se si scende di diverse centinaia di chilometri la sostanza non cambia: a Casoria (Napoli) “patria” di Noemi Letizia, il Pdl di Berlusconi non è arrivato neppure al ballottaggio e ha vinto il centrosinistra. A Cagliari, il candidato di centrodestra, Massimo Fantola, perde davanti a un ragazzo di 35 anni con un decimo del suo budget, Massimo Zedda.

I sintomi più evidenti della disfatta, però, sono a nord. A Novara, dove il centrodestra nel 2006 aveva vinto al primo turno col 61%, ora esce sconfitto dal ballottaggio che premia, col 52% Andreà Ballarè del centrosinistra. Risultato clamoroso visto che, al primo turno, Ballarè era lontano 14 punti dal suo sfidante.

Anche le provinciali confermano la sconfitta: il Pdl strappa Reggio Calabria al centrosinistra, tiene Vercelli (dove però aveva nettamente vinto al primo turno nel 2006) ma perde Pavia e Macerata. Allo stesso tempo il Pdl non riesce ad espugnare né Mantova, né Trieste.

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