Il commissario Arcuri: "Altro mondo rispetto a marzo. Ma dobbiamo muoverci il meno possibile" Il commissario Arcuri: "Altro mondo rispetto a marzo. Ma dobbiamo muoverci il meno possibile"

Il commissario Arcuri: “Altro mondo rispetto a marzo. Ma dobbiamo muoverci il meno possibile”

Il commissario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri torna in conferenza stampa: “E’ un altro mondo rispetto a marzo. Ma dobbiamo muoverci il meno possibile”

L’Italia tenta di arginare la seconda ondata di coronavirus con oltre 10 mila posti in terapia intensiva, assicurano il Governo e il commissario Domenico Arcuri, e 300 mila test giornalieri tra tamponi e antigenici come obiettivo da raggiungere a partire da lunedì prossimo.

Ma lo spettro del lockdown, parziale se non totale, continua ad aleggiare, se le misure prese con l’ultimo Dpcm non dovessero dare risultati sufficienti.

Un vertice tra il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, Arcuri e le Regioni è servito per inventariare gli strumenti a disposizione contro il virus. 

“Viviamo un nuovo dramma, ma siamo in un altro mondo rispetto a marzo”, al picco dell’epidemia, ha affermato il commissario.

Arcuri ha ricordato, come esempio, che il 21 di quel mese terribile “c’erano 6.557 contagiati e morirono 793 italiani. Il 7% dei malati era allora in terapia intensiva, ieri invece lo 0,6%”.

Arcuri snocciola dati, in primis l’oltre un miliardo e mezzo di dispositivi di protezione distribuiti in questi mesi, sottolineando che i nuovi ospedali Covid saranno realizzati in tempi molto inferiori a quelli previsti dalle Regioni.

Tornando in conferenza stampa il manager di Invitalia ha esortato gli italiani a “muoversi il meno possibile, tutti quanti noi” per limitare i contagi.

Arcuri ha quindi fatto appello a medici di base e pediatri affinché “ci aiutino ancora di più di quanto hanno fatto finora”, somministrando tamponi e test antigenici. E ha promesso di dotarli dei dispositivi di sicurezza necessari a fugare i loro timori di contagiarsi.

Le Regioni

E venerdì si terrà una Conferenza Stato-Regioni straordinaria su un provvedimento che riguarda proprio i medici di base.

Il ministro degli Affari regionali Boccia nel vertice odierno ha chiesto “massimo impegno” per chi è in ospedale e per chi è malato, dunque “tutti al lavoro e senza polemiche – ha detto l’esponente Pd -, che nessuno capirebbe e sarebbero imperdonabili”.

“Il governo è “sempre al fianco delle Regioni per ogni necessità – ha ribadito – e continua senza sosta” a supportarle per il “rafforzamento delle reti sanitarie territoriali”.

Nodo lockdown

Le autorità cercano di rassicurare sui mezzi messi in campo per fronteggiare la seconda ondata. “Non l’abbiamo mai sottovalutata”, si difende Arcuri.

Ma i prossimi giorni saranno decisivi per capire se si andrà a lockdown locali, a chiusure regionali o a un nuovo stop generalizzato del Paese.

Ai primi di novembre saranno scaduti i 10 giorni minimi indicati dagli esperti per valutare l’impatto delle restrizioni del Dpcm del 24 ottobre. Quasi una scommessa, come l’ha chiamata il professor Massimo Galli dell’ospedale Sacco di Milano.

Il problema principale è la pressione crescente sugli ospedali dovuta all’enorme aumento dei contagi (“8 volte di più in 21 giorni”, ha ricordato Arcuri), che produce un numero ancora gestibile di pazienti in terapia intensiva, ma già troppo grande nei reparti ordinari.

La risposta, accanto agli strumenti di prevenzione di base come mascherine, igiene delle mani e distanza, è quella che richiama al lockdown: stare il più possibile a casa.

Intanto la Regione Liguria ha già vietato “gli spostamenti superflui” nel prossimo weekend, da domani dalle ore 21 alle 6. Non si potranno fare passeggiate ‘senza giustificato motivo’. (Fonte: Ansa)

 

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