Siri, sottosegretario Lega indagato per corruzione. Di Maio e Salvini litigano sulle dimissioni

Armando Siri, indagato per corruzione sottosegretario ai Trasporti e teorico Flat Tax
Armando Siri, indagato per corruzione sottosegretario Trasporti e teorico Flat Tax (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Il sottosegretario ai Trasporti Armando Siri è indagato per corruzione. Il sottosegretario della Lega (considerato il teorico della Flat Tax e il “consulente” di Salvini in materia economica) è indagato dalla Procura di Roma nell’ambito di un’inchiesta nata a Palermo. E subito Di Maio e Salvini cominciano a litigare: per il leader M5s si deve dimettere, mentre quello della Lega dice che lui non ha mai chiesto ai grillini di dimettersi (ogni riferimento alla Raggi è puramente voluto). L’accusa è la seguente, come riportano Ansa, Repubblica e Corriere della Sera: i giudici sostengono che Siri, tramite un ex deputato di Forza Italia, avrebbe ricevuto denaro per modificare un norma da inserire nel Def 2018 che avrebbe favorito l’erogazione di contributi per le imprese che operano nelle energie rinnovabili. Norma, però, mai approvata.

Secondo Di Maio Siri a questo punto dovrebbe dimettersi: “Sarebbe opportuno che il sottosegretario Siri si dimetta. Gli auguro di risultare innocente e siamo pronti a riaccoglierlo nel governo quando la sua posizione sarà chiarita”. Diverso il commento di Salvini: “L’ho sentito oggi, l’ha letto dai giornali, è assurdo. Lo conosco, lo stimo, non ho dubbio alcuno, peraltro stiamo parlando di qualcosa che non è finito neanche nel Def”. “Siri non si deve dimettere. C’è solo un’iscrizione nel registro degli indagati e solo se sarà poi condannato dovrà mettersi da parte”. Salvini ha risposto così: “Non ho mai chiesto di far dimettere la Raggi o parlamentari dei Cinquestelle quando anch’essi sono stati indagati”.

Salvini ha poi confermato che ha assoluta fiducia in Siri. A strettissimo giro la controrisposta di Di Maio: “Non so se Salvini sia d’accordo con questa mia linea intransigente, ma è mio dovere tutelare il governo e l’integrità delle istituzioni”. “Un sottosegretario indagato per fatti legati alla mafia è un fatto grave. Non è più una questione tecnica giuridica ma morale e politica. Va bene rispettare i tre gradi di giudizio, ma qui la questione è morale. Ma se i fatti dovessero essere questi è chiaro che Siri dovrebbe dimettersi”, ha aggiunto.

Intanto, Toninelli ha ritirato le deleghe a Siri, come spiega una nota del Mit: “Alla luce delle indagini delle procure di Roma e Palermo, con il coinvolgimento della Direzione investigativa antimafia di Trapani, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, ha disposto il ritiro delle deleghe al sottosegretario Armando Siri, in attesa che la vicenda giudiziaria assuma contorni di maggiore chiarezza. Secondo il Ministro, una inchiesta per corruzione impone infatti in queste ore massima attenzione e cautela”.

Nell’inchiesta romana è coinvolto anche l’ex deputato forzista, che risponde di concorso in corruzione. Quest’ultimo è indagato anche a Palermo nel filone principale dell’inchiesta per corruzione e intestazione fittizia di beni: secondo i pm siciliani sarebbe stato in affari con un imprenditore dell’eolico, considerato in ambito giudiziario tra i finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro. Per i magistrati però Siri non sarebbe stato a conoscenza dei legami tra l’imprenditore mafioso e l’ex parlamentare.

Siri è stato nominato responsabile economico e della formazione del Movimento “Noi con Salvini”. E’ autore della proposta di legge per l’introduzione della Flat Tax. Candidato alle ultime politiche con la Lega, al Senato, è stato eletto nel collegio dell’Emilia-Romagna. Nel Governo Conte è sottosegretario del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

“Non so niente. Non ho idea, non so di cosa si tratti. Devo prima leggere e capire. Ho letto di nomi che non so”. E’ la prima reazione a caldo del sottosegretario. “Sicuramente – ha aggiunto – non c’entro niente con vicende che possano avere risvolti penali. Mi sono sempre comportato nel rispetto delle leggi. Sono tranquillo”. (Fonti Ansa, Repubblica, Corriere della Sera).

Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev.

 

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