Arrestata Caterina Ferrero: 'Movente politico'

TORINO, 15 GIU – ''Consenso di ritorno'' in vista delle elezioni, ovvero interessi politici personali e non della pubblica amministrazione: e' per questo che Caterina Ferrero (Pdl), assessore regionale del Piemonte senza deleghe dal 27 maggio scorso perche' indagata per turbativa d'asta, oggi e' finita agli arresti domiciliari.
In serata, una diecina di ore dopo la notifica dell'ordinanza di custodia cautelare da parte della Guardia di Finanza, s' e' anche dimessa dalla Giunta Regionale. Il Presidente Roberto Cota (Lega Nord), che dal 27 maggio aveva assunto le deleghe di Ferrero alla sanita', ha accettate subito le dimissioni.
D'altra parte, l'arresto di Ferrero, indagata dalla fine di maggio e' scattato proprio perche', rimanendo assessore, non aveva fatto venire meno il pericolo di reiterazione del reato: lo hanno sostenuto il pm Andrea Beconi, che ha coordinato l'inchiesta (con Ferrero sono otto le persone arrestate, compresi sindaci e imprenditori) e il Gip, Cristiano Trevisan, che nell'ordinanza ha scritto che la rinuncia alle deleghe non ha ''cessato o scalfito'' il ''giudizio di elevata pericolosita' sociale'' formulato su Ferrero.
Agli arresti l'ex assessore e' finita per una gara d'appalto (da 50 milioni di euro) per la fornitura di pannoloni per anziani, bandita e poi revocata dalla Regione Piemonte, su sua proposta. Prevedendo la distribuzione dei pannoloni nelle farmacie invece che direttamente tramite il Servizio Sanitario – scrive il Gip – voleva ''favorire i farmacisti onde averne un ritorno, quantomeno, in termini elettorali e di accrescimento e consolidamento della propria sfera di influenza politica sul territorio'', in una parola ''consenso di ritorno''. Per la stessa vicenda, dalla fine di maggio, sono agli arresti il piu' stretto collaboratore di Ferrero, Piero Gambarino, e il presidente e di Federfarma Piemonte, Luciano Platter, e il segretario di Federfarma Torino, Marco Cossolo. Ma a Ferrero e Gambarino la Procura non contesta solo l'affaire pannoloni: c'e' anche un'ipotesi di abuso di ufficio, per la quale non ci sono state richieste di misure cautelari (non previste dalla legge) ma che – secondo il Gip – Ferrero ha gestito con lo stesso ''movente politico''. La vicenda riguarda l'avvio delle attivita' di emodinamica a Chivasso (Torino), assegnate senza alcuna gara ai privati della clinica torinese Villa Maria Pia, ''per favorire – ha spiegato il pm Beconi – la rielezione del sindaco uscente, Bruno Matola (Pdl) nelle elezioni dello scorso maggio. Matola, che e' stato sconfitto da Gianni De Mori del centrosinistra, non risulta indagato.
Sull'intera vicenda si stende anche l'ombra della criminalita' organizzata: il suocero di Ferrero e' Nevio Coral, ex sindaco di Leini' (Torino), raggiunto martedi' scorso da un' ordinanza di custodia cautelare in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Torino sulla presenza della 'ndrangheta in Piemonte. L'inchiesta ha portato a 146 arresti e Coral e' stato bloccato in Francia dove e' tuttora detenuto in attesa di estradizione. ''Sono due inchieste diverse – ha detto oggi il Procuratore di Torino, Giancarlo Caselli – Eventuali punti di contatto possono e potrebbero esserci; siamo all'inizio, stiamo sviluppando e lavorando'', ha concluso sottolineando che si tratta di ''episodi isolati ai quali, pero' bisogna prestare tutta l'attenzione dovuta''.

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