Arresto presidente Provincia Vercelli Masoero: cittadini stupiti

Stupore e incredulità, a Vercelli, per l’arresto, ai domiciliari, del Presidente della Provincia, Renzo Masoero, accusato di concussione. Un personaggio molto noto, e amato, tra i cittadini che poco più di 2 anni fa lo hanno confermato alla guida dell’ente con un vero e proprio plebiscito, il 67% dei voti. E che ora assistono increduli ad una vicenda giudiziaria su cui la Procura della Repubblica mantiene il massimo riserbo.

A parlare, per il momento, sono soltanto loro, i concittadini e i sostenitori di Masoero, che hanno riempito Facebook di messaggi di solidarietà. “Ti conosco da una vita, fiero di esserti amico: forza Renzo”, scrive Luigino Barale. “Non cadere, non sarai solo”, aggiunge Pierfranco Monti, mentre molti altri ribadiscono la loro “stima e fiducia” nel presidente Masoero, definito una persona “onesta e sincera”, che è anche primo cittadino di Livorno Ferraris.

Proprio nella sua città, dove sembrano portare le indagini della Procura, si sta pensando di organizzare una fiaccolata di solidarietà. Qualche amico di Facebook prova anche a fare qualche ipotesi sulla vicenda giudiziaria, parlando di “polpetta avvelenata”, di “sgambetto”, di una “trappola” magari ordita da qualche rivale invidioso. Ma sono solo supposizioni, che al momento non trovano riscontri ufficiali.

Le indagini, avviate ormai diversi mesi fa, sono state portate avanti sotto traccia. Chi ha incontrato negli ultimi giorni Masoero, che pochi giorni fa aveva annunciato la sua candidatura alle elezioni Regionali con il Pdl, dice di non avere notato nulla di strano nel suo comportamento. “Era entusiasta di quello che stava facendo – sostengono i suoi collaboratori – stanco per i numerosi impegni, ma assolutamente sereno”.

Masoero è stato arrestato giovedì mattina, nel suo ufficio, al primo piano del Palazzo dei Barnabiti dove ha sede la Provincia di Vercelli, mentre gli stavano consegnando 10 mila euro. Una tangente, ma c’è chi dice sia una trappola. Erano passate da poco le dieci di mattina e da quel momento per Renzo Masoero, presidente della Provincia dalla carriera tutta in ascesa, hanno avuto inizio i guai.

Secondo le voci che fanno impazzire tutto il vercellese, l’inchiesta potrebbe avere nuovi sviluppi, magari con il coinvolgimento di altri personaggi di spicco. La magistratura non conferma. “Stiamo lavorando”, si limita a dire Giorgio Vitari, procuratore capo. Tutto sembra però ruotare attorno all’ex cava Ballina, un’area di oltre 490 mila metri cubi utilizzata per la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Milano.

Nell’agosto dello scorso anno, l’amministrazione comunale guidata da Masoero decide con la delibera 34 di provvedere al suo recupero ambientale, da effettuarsi “mediante il riempimento della cavità con rifiuti inerti”. Un buco dove infilare 2 milioni di metri cubi di materiale. Un affare da oltre venti milioni di euro. La decisione scatena le polemiche politiche e le interrogazioni. In Consiglio provinciale, a Vercelli, ma anche in Consiglio regionale. Chi si oppone al progetto fa notare che un analogo recupero è già stato fatto dalla CavTo-Mi, la società dei lavori per l’Alta Velocità. Ma il progetto va avanti, fino alla gara, in cui termini sono da pochi giorni e per la quale sarebbero state presentate tre offerte. Erano mesi, secondo quanto si apprende, che la magistratura aveva messo tutta questa vicenda sotto la lente di ingrandimento. Non è chiaro, però, come si colleghi ai 10 mila euro che sarebbero stati consegnati al presidente Masoero da un imprenditore amico di Santhià, Gianni Tomalino, insieme al quale c’era una terza persona.

“Ma quale tangente, era un contributo per la sua campagna elettorale”, sostiene la moglie di Masoero, Elisabetta Vaudagna. Qualcuno, però, parla di banconote segnate, per far cadere Masoero nel tranello. E si ipotizza un coinvolgimento della politica: “Non vorrei che qualcuno lo avesse messo in mezzo – aggiunge la moglie – perché la sua popolarità dava fastidio”.

Lo scorso 28 gennaio, infatti, ‘mister preferenza’ – come lo avevano soprannominato dopo che nel 2007 era stato riconfermato alla guida della Provincia con il 67% dei voti – aveva annunciato la decisione di candidarsi alla Regione Piemonte. “Sono sbigottito, di questa vicenda non sappiamo nulla”, commenta il senatore Lorenzo Piccione, commissario vercellese del Pdl, nelle cui fila Masoero è approdato dopo una lunga militanza in Alleanza Nazionale.

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