ROMA – Stefano Esposito da Torino, attuale assessore ai trasporti al Comune di Roma, è stato un accanito tifoso della Juventus, un ultrà, andava in trasferta, gli capitava di fare risse e uno dei suoi cori preferiti era “Roma merda”. Lo ha confessato alla trasmissione di radio 24 La Zanzara. Odiare la Roma, storica rivale, era un fatto normale. L’odio non era esteso a Totti, assicura però Esposito: “Mi è estremamente simpatico e poi è nato nella Roma e finirà nella Roma”.
Scoppia la polemica, con attacchi da destra e da sinistra all’assessore: l’ex sindaco Gianni Alemanno ingaggia un duello “social” a colpi di tweet, mentre Gianluca Peciosa di Sel chiede le dimissioni. Ma Esposito la prende a ridere e interpellato da La Stampa risponde così: “Ma figuratevi se mi scuso per una cosa che risale a 30 anni fa”.
Esposito è caduto nella trappola tesagli dal laziale Cruciani, che lo ha istigato a dichiarare il suo odio sportivo per la Roma: “Andavo anche in trasferta a vedere la Juve”. “E quante volte hai cantato ‘Roma merda’?”, lo ha aizzato Cruciani. “Eeeh tante, non si contano neanche”. Cruciani: “E il coro come faceva… ‘E Roma merda, Roma Roma merda…”. Esposito: “E Roma merda, Roma Roma merda… Ho fatto anche delle risse, ho dato delle botte ma soprattutto le ho prese”. E ancora: “Se la Roma non vince lo scudetto godo, ma sarebbe peggio se lo vincesse la Fiorentina o il Torino. Romanisti rosiconi? Sì, sono anni che si lamentano di partite, linee, palle uscite o non uscite, siamo ancora a Turone. Basta!”. A La Stampa Esposito si è giustificato così:
“Non ho fatto ne più né meno quello che fanno e hanno fatto tanti ragazzi allo stadio. Avevo sedici anni e da trenta non vado in curva. Qualcuno si sorprende che sono juventino? Non credo. E poi credo che tanti di coloro che adesso mi criticano avranno fatto lo stesso contro le avversarie della Roma”. Quindi niente scuse: “Ma dai, era un contesto goliardico. E se avessi detto che mi facevo le canne che sarebbe successo? Avrebbero chiesto la pena di morte?”.
Le reazioni, per ora politiche, non si sono fatte attendere, il capogruppo di Sel Gianluca Peciola ne chiede le dimissioni: «Siamo sbalorditi. La Giunta capitolina è composta da troppe persone distanti da Roma. E ora scopriamo anche da chi odia Roma e la sua squadra. È evidente che le uscite dell’assessore Esposito sono incompatibili col suo ruolo. Roma merita di più. Caro Ignazio e caro Renzi ma in mano a chi c’avete messo?». Sui social non va meglio: «Può dire quello che vuole – scrive Maria Grazia – ma ha una carica istituzionale che gli impone rispetto verso la città e i suoi abitanti che, in questo caso, sono i romanisti». Poi c’è chi mette in dubbio la storia delle risse e romanamente commenta «a cazzaro….».
Poi è arrivata la gaffe sulle linee bus della città. Da assessore ai Trasporti ha detto di non conoscere il percorso del 64, uno dei bus più utilizzati a Roma, che va dalla stazione Termini a San Pietro. “Non so dove va. Io ho in mente il 106, il 64 non lo so“. Nemmeno sul fronte taxi Esposito si è mostrato preparato. “E quanti sono i taxi a Roma?”, hanno chiesto Cruciani e David Parenzo. “Non ne ho idea – ha risposto l’esponente Pd -. Per il momento i tassisti non sono incazzati con l’assessore. Ma non so quanti sono. So solo che ce ne vorrebbero di più, sono newyorkese. Ne vorrei tanti in più”.