Attentato a Pietro Ichino: processo alle Nuove Br da rifare

ROMA – E' da rifare, innanzi alla Corte di Assise di Appello di Milano, il processo ai dodici giovani imputati accusati – e condannati a pene che sfiorano i 15 anni di reclusione – di aver formato una organizzazione eversiva che aveva nel mirino anche il giuslavorista, e attuale senatore del Pd, Pietro Ichino.

A deciderlo, dopo una lunga camera di consiglio, e' stata la Quinta sezione penale della Cassazione presieduta da Giuliana Ferrua. Il Sostituto procuratore generale Vincenzo Geraci aveva chiesto la conferma delle condanne emesse il 13 giugno del 2009 e sostenute dal pg Ilda Boccassini. Nella sua requisitoria, Geraci aveva sottolineato che gli imputati avevano armi a disposizione e avevano anche fatto una esercitazione.

E, a quanto si e' appreso da fonti della Suprema Corte, la decisione della Quinta sezione non mette in dubbio i ''fatti storici'' contestati ai neobrigatisti quanto, piuttosto, la natura eversiva e non di semplice banda armata del gruppo sgominato da una inchiesta della Dda di Milano nel 2007 con l'operazione 'Tramonto'. Non è stata disposta nessuna scarcerazione, né il venir meno di alcuna misura di prevenzione. In pratica, la Cassazione avrebbe deciso di annullare con rinvio la sentenza di appello, perché ritiene che debba essere fatta chiarezza tra i diversi capi di imputazione contestati.

Sempre stando a quanto si è appreso, i supremi giudici chiederebbero confini meglio tracciati sulle contestazioni principali relative all'associazione sovversiva e all'associazione con finalità di terrorismo. L'annullamento, infatti, riguarda la finalità di terrorismo a carico di tutti gli imputati. Ed e' stata annullata anche la costituzione di parte civile del professor Ichino. La sua posizione di vittima – alla quale sono stati riconosciuti centomila euro di risarcimento che, adesso, vengono messi in discussione – ha suscitato perplessita' essendo stato nel mirino dell'organizzazione solo a livello ''potenziale''.

Nell'appello bis, dunque, potrebbero aprirsi spazi per condanne più miti se cadesse la configurazione dell'eversione prevista dall'art.270bis cp e rimanesse in piedi solo la semplice associazione sovversiva punita dall'art.270 cp.

Le pene più pesanti erano state inflitte ai due leader Davide Bortolato e Claudio Latino (14 anni e sette mesi), ad Alfredo Davanzo (11 anni e quattro mesi), Bruno Ghirardi (10 anni e 10 mesi), a Vincenzo Sisi (13 anni e cinque mesi), Massimiliano Toschi (10 anni e otto mesi), Massimiliano Gaeta (otto anni). Condanne inferiori ai quattro anni, invece, per Amarilli Caprio, Alfredo Mazzamauro, Davide Rotondi e Andrea Scantamburlo. Entro trenta giorni sono attese le motivazioni della Cassazione. Certo e' che il grosso sforzo difensivo portato avanti soprattutto dalle arringhe dell'avvocato Giuseppe Pelazza, tese a minimizzare la portata eversiva delle accuse, ha fatto breccia in un collegio giudicante sensibile a non criminalizzare piu' del dovuto ipotesi di attentati che, fortunatamente, sono rimaste del tutto incompiute. Nessun fatto di sangue e' stato infatti commesso dai dodici imputati.

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