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Attilio Fontana: “Parlare di razza bianca mi ha fatto salire nei sondaggi”

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Attilio Fontana: “Parlare di razza bianca mi ha fatto salire nei sondaggi”

ROMA – Attilio Fontana: “Parlare di razza bianca mi ha fatto salire nei sondaggi”. “La frase sulla razza bianca è stata un’espressione infelice, ma ascoltando tutta la frase si capiva che il mio non era un discorso razzista ma logico. Tant’è che, dopo, nei sondaggi sono salito e più di una persona mi ha fermato per strada per spronarmi ad andare avanti e non mollare. Quello scivolone ha fatto sì che il mio ragionamento venisse compreso immediatamente da tutti. E poi c’è da ammettere che ha risolto in un secondo il problema di farmi conoscere”.

Così l’ex sindaco di Varese Attilio Fontana, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lombardia, in un’intervista a Libero. Sugli immigrati, “la mia posizione è razionale. Ci sono un miliardo di persone che vogliono venire in Europa, non possiamo permetterci di accoglierle. Un governo serio deve porsi il problema, denunciarlo e trovare una soluzione, non accoglierli senza avere le case dove metterli e un lavoro da garantire”, afferma Fontana. “Se sarò eletto – annuncia – la prima cosa che farò è espellere i centomila clandestini che ci sono in Lombardia: persone abbandonate a loro stesse che costituiscono un enorme problema sociale e di sicurezza”.

Giusto per non infierire, ma insomma dobbiamo ammettere che l’ex sindaco e aspirante governatore leghista per una volta ha ragione, ha detto il vero: il razzismo paga in termini elettorali. Però, capirai che scoperta: lucrare voti sulle paure ancestrali dei più impressionabili è un mestiere, una professione cui manca solo l’albo d categoria. Già che ci siamo, subito dopo la frase infelice – rivelatrice in realtà di quanto poco felice sia il ragionamento che la sostiene – Fontana cercò perfino, vanamente, di uscire dall’angolo in cui s’era cacciato da solo con una frase ancora più infelice, cercando cioè di associare i padri costituenti (che ancora usavano la parola razza) alla sua idiosincrasia xenofoba e provando ad attutire il colpo riconoscendo, bontà sua, che non necessariamente la razza bianca sia superiore alle altre.

Due appunti veloci. I costituenti parlavano ancora di razze, ma per ribadire al più alto livello giuridico che l’Italia ripudiava discriminazioni di qualsiasi tipo fra i cittadini, razza compresa. “Dire che esistono le razze umane non vuol dire a priori che esistono razze umane superiori o inferiori, ma soltanto che esistono razze umane differenti”, si legge al primo punto del famigerato Manifesto della razza del 1938: a posteriori, si sa come andò a finire…

 

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