Autority, Zanda e Agostini (Pd): “Ddl per attività e criteri di nomina”

ROMA – “Lo slittamento del voto alla Camera per la nomina di due componenti delle Autority per la privacy e per le comunicazioni dimostra quanto sia importante disporre riguardo a questi importantissimi istituti di una normativa omogenea ed efficace”. Lo dichiarano in una nota il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda e il capogruppo Pd in Commissione Bilancio del Senato Mauro Agostini, autori di un disegno di legge finalizzato a regolare l’attività e i criteri di nomina delle autorità amministrative indipendenti.

“Le autorità indipendenti – spiegano Zanda e Agostini – costituiscono un presidio fondamentale per la democrazia, il buon funzionamento dei mercati e la tutela degli interessi dei consumatori poiché hanno il compito di vigilare e regolare ambiti che richiedono conoscenze tecniche sofisticate di difficile accessibilità alla maggioranza dei cittadini. Per questo, è importante che la loro azione risulti assolutamente trasparente grazie anche a norme che facilitino l’estrema correttezza e la limpidezza della loro attività”.

“Servono criteri e modalità di nomina omogenei per tutte le Autorità – proseguono i due parlamentari PD – che garantiscano l’indipendenza dall’esecutivo, anche grazie a un ‘controllo’ efficace da parte del Parlamento. In quest’ottica, la selezione dei candidati deve avvenire, come proponiamo nel ddl, sulla base di un vaglio di ‘pubblicità’.

Non è un’operazione particolarmente complicata, basta che i curricula dei candidati vengano effettivamente resi pubblici. Infine, il punto più importante: occorrono regole che scoraggino sia il sorgere di conflitti di interesse che eventuali incompatibilità all’attività da svolgere da parte dei componenti delle Authority. La riforma del Paese passa anche attraverso un cambiamento delle norme che regolano istituti fondamentali come le autorità indipendenti. Il Parlamento, spesso accusato d’inerzia o incapacità a legiferare, può con questo ddl dare la dimostrazione – concludono Zanda e Agostini – che ciò non corrisponde a verità”.

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