ROMA – “L’unica soluzione è la nazionalizzazione delle concessioni autostradali. Non possiamo lasciarle ad Autostrade: non siamo affetti dalla sindrome di Stoccolma. Le altre opzioni sono due. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] O darle a uno degli altri due concessionari autostradali, ossia passare dalla padella alla brace. O darle agli stranieri, ma non possiamo mettere un’altra infrastruttura strategica in mani straniere, come hanno fatto in passato i partiti ad esempio per le telecomunicazioni”: è quanto ha scritto il vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio su Facebook, parlando della rete autostradale italiana dopo il crollo del ponte Morandi a Genova costato la vita a 43 persone. “A rifare il ponte dovrà essere per me un’azienda di Stato. Fincantieri è un’eccellenza mondiale, possono realizzare il ponte in meno di un anno e lo faranno nel cantiere di Genova così da portare anche lavoro e lustro alla città e ai genovesi che si stanno già rimettendo in piedi ma hanno bisogno di tutto il nostro supporto. Il fatto che sia Fincantieri, con Cassa Depositi e Prestiti, a occuparsi della ricostruzione permetterà allo Stato di avere un controllo molto forte su tutto il processo”.
Su chi rifarà il viadotto sul Polcevera è scontro con il presidente della Regione, Giovanni Toti, secondo il quale l’interlocutore per la ricostruzione del ponte è, in primo luogo, Autostrade. Ma Di Maio non ci sta: “Toti vuol far ricostruire il ponte Morandi ad Autostrade? Lo dica alle famiglie delle vittime. A rifare il ponte dovrà essere un’azienda di Stato”, ha scritto su Twitter il vicepremier e ministro dello sviluppo economico e del lavoro.
“E’ compito dello Stato – continua Luigi Di Maio nel post su Facebook – gestire queste infrastrutture e garantire ai cittadini un servizio all’altezza delle attese (e delle spese). Usciremo dalla logica del profitto, faremo pagare meno i pedaggi, faremo molta più manutenzione e introdurremo innovazioni tecnologiche per migliorare la sicurezza e la mobilità. Chi blatera che nazionalizzare è antiliberale, si faccia un giro in Germania dove le autostrade sono pubbliche e gratuite per tutti, tranne che per i camion. Per inciso i soldi dei pedaggi dei mezzi pesanti saranno utilizzati dallo Stato tedesco per investire 7 miliardi di euro nelle infrastrutture stradali, non andranno certo a riempire le tasche di qualche famiglia amica di chi governa”.
Di Maio ha criticato Autostrade per l’Italia per aver vantato la pubblicazione, oggi, 27 agosto, della convenzione con il ministero dei Trasporti: “Bella forza! Nel giro di un pochi giorni sarebbe stata comunque pubblicata da Danilo Toninelli, nonostante la diffida a farlo che era arrivata proprio da parte del gruppo controllato dai Benetton. Non so cosa abbia pubblicato Autostrade so che di quelli che dicevano che il ponte Morandi era sicuro e che non hanno adempiuto alle manutenzioni che dovevano fare non ci si può fidare”.
Il vicepremier e leader M5s ha avuto parole pesanti anche per la famiglia Benetton, socia di maggioranza di Atlantia, la holding che detiene Autostrade per l’Italia: “Quella della nazionalizzazione è anche una sfida: vogliamo dimostrare che con onestà, trasparenza e competenza lo Stato può garantire ai cittadini ciò che gli spetta di diritto. La rete autostradale è stata infatti pagata dai nostri genitori e dai nostri nonni, non si capisce perché debba lucrarci una sola famiglia che fino al 2012 aveva una holding con sede in Lussemburgo per pagare meno tasse e fare lauti guadagni e che, una volta beccati, hanno risolto tutto con una mediazione amichevole con l’Agenzia delle Entrate di soli 12 milioni. Sarà un caso – aggiunge Di Maio – che poi il capo delle Agenzie delle Entrate, Befera, è stato nominato nell’organismo di vigilanza proprio della holding dei Benetton? Basta con queste magagne: del patrimonio della Rete autostradale devono goderne tutti gli italiani”.
Infine, una stoccata anche per l’offerta economica fatta da Autostrade alle centinaia di sfollati di Genova: “Il primo nodo da risolvere è però quello degli sfollati. Siamo dalla loro parte e non lasceremo che siano costretti ad accettare le elemosine di Autostrade, né a subire ricatti da parte delle banche. Sarà lo Stato a occuparsi di loro, come già abbiamo iniziato a fare, e sarà garantita a tutti una sistemazione dignitosa. Il 4 settembre in Parlamento si discuterà di tutti questi temi e auspico che i capigruppo di maggioranza presentino una risoluzione con l’obiettivo di impegnare il Governo sui punti elencati sopra. Spero che tutte le forze politiche si approccino a questa importante discussione mettendo al primo posto gli interessi dei cittadini e non, come è stato in passato, quelli di lobby, famiglie e amici di partito”.