Gli avvocati avvertono Monti: attento a come ti muovi

foto Lapresse

ROMA – Gli avvocati mandano un segnale a Mario Monti, e per farlo comprano un’intera pagina sul Corriere della Sera e Repubblica. Il messaggio, intitolato “Liberi di difendere le libertà!”, recita così:

Per vincere una causa in Italia bisogna avere molto tempo da perdere e intanto, negli ultimi due anni, i costi di causa pretesi dallo Stato sono aumentati di dieci volte.

Per l’Avvocatura i diritti da difendere in giudizio non sono rottami da smaltire ma reali richieste di giustizia dei cittadini. Migliaia di avvocati sono pronti a scendere subito in campo per eliminare l’arretrato civile in tempi brevi, in maniera seria e scrupolosa, senza oneri per lo Stato e i cittadini. L’Avvocatura chiede che lo Stato consenta al cittadino la detrazione di tutte le spese legali, come già avviene per le imprese. Un avvocato indipendente difende i diritti. Un avvocato dipendente dalle società di profitto difende il profitto.

L’Avvocatura chiede allo Stato di non svendere il diritto di difesa alle società di capitali: la difesa dei diritti è patrimonio della civiltà e non dell’impresa commerciale. 

Il messaggio, firmato “Consiglio nazionale forense” (l’ordine degli avvocati), suona un po’ criptico agli addetti ai lavori, per questo sembra un avvertimento a mezzo stampa “perché Monti intenda”. Cosa deve intendere Monti? Che deve andarci molto cauto con l’annunciata (all’Europa, alla Ue, alla Bce) liberalizzazione delle professioni, che per gli avvocati si traduce nella possibilità di farsi pubblicità, nell’abolizione della tariffa minima e soprattutto nella possibilità di costituire società fra professionisti che non siano esclusivamente avvocati. L’idea sarebbe che il cittadino si rivolge a un’unica società che può risolvergli più problemi: pensate a uno che sta comprando casa e va in uno studio associato dove c’è un avvocato, un’architetto, un geometra, un commercialista…

Perché Monti deve fare molta attenzione all’avvertimento degli avvocati? Perché solo alla Camera ci sono 87 deputati avvocati, mentre al Senato sono 47: in totale 134, il 14% dei parlamentari. L’ex ministro della Giustizia Angelino Alfano e l’attuale Paola Severino sono avvocati. Il 59% dei componenti della Commissione Giustizia alla Camera sono avvocati. In quella del Senato il 56%.

E, in un Parlamento a maggioranze variabili, l’unica certezza sono i blocchi di interesse (non chiamiamole lobby o corporazioni, ma ci siamo capiti). Finora hanno fatto muro contro ogni ipotesi di riforma. E’ passata solo la “riformina” del mediatore civile, quella figura che non è né un giudice né un avvocato ma che dopo un corso di formazione può dirimere i piccoli contenziosi come fosse un giudice di pace. E’ passata anche perché i corsi di formazione per i mediatori civili sono gestiti quasi dovunque dagli stessi avvocati.

A luglio, una norma contenuta in una delle tante manovre estive di Tremonti voleva abolire gli ordini professionali ma non è passata per l’opposizione degli avvocati del Pdl. Ora, cambiato il governo, resta il “partito degli avvocati”, che in Parlamento pesa quanto Lega Nord e Idv messi insieme. Attento, Monti.

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